6 pensieri riguardo “Quando la gentilezza non è affatto gentile

  1. Caro Domenico prima di tutto buon viaggio.
    Ha ragione: il doppio binario, nel momento in cui le persone in grado di farlo scelgono il digitale, lascia (lascerebbe) risorse sufficienti per accompagnare “gli analogici”.
    Poi c’è un livello ulteriore.
    Ho guidato mio figlio diciottenne a prenotare una visita medica per la prima volta con la propria Spid: in un minuto è entrato, ha trovato la ricetta elettronica e aperto l’agenda regionale, scoprendo però che non c’è un solo appuntamento disponibile nella nostra città. Non compare proprio. Ha prenotato nel capoluogo (e tanta grazia che almeno lì un paio di buchi c’erano) ma ho pensato a quante volte si è ripetuta questa scena con i miei genitori, che se possono utilizzare il nostro ospedale sono autonomi (cosa cui tengono molto) ma se devono pellegrinare per la Lombardia devono chiedere necessariamente un passaggio.
    Nemmeno questo è molto gentile.

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    1. Cara Giulia, questo è un tema “culturale”, profondo, estremamente attuale, perché oramai l’inclinazione ad appagare il desiderio di lasciare una traccia di sé prevale sull’obiettivo che stiamo perseguendo. Molti sistemi innovativi funzionano anche bene, ma sono privi di “possibilità”, ossia mancano del requisito fondamentale, la fruibilità universale, senza contare che sovente sono delle piccole fiere delle illusioni, privi di ricadute reali, come il sistema sanitario di cui parla, oramai centrato sulla credibilità dei manager e sulla loro capacità di risparmiare. A prescindere dalla realtà e dai bisogni. Grazie

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      1. Spero per lei che non accada lo stesso: dopo aver fatto uno smart self checkin online scoprire che in stazione non c’è il treno…

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      2. A quello c’è rimedio, prenderò il prossimo, ma se parliamo di Sanità, il rischio, già reale, che la salute diventi oggetto di inique selettività, su base economica, è insopportabile. Un caro saluto

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  2. Domenico io sarò una persona iper tecnologica ma grazie a Dio sono anche cresciuta in un mondo analogico e riesco ad adattarmi ad entrambi ma personalmente preferisco che si possa ritornare indietro sotto l’aspetto tecnologico sotto alcuni aspetti .
    Mi sono persino tolta dai social media perché rovinano il mondo interiore di una persona e dover vedere le difficoltà di tante persone che non riescono ad entrare in questo mondo tecnologico-pervertito mi fa tanta tristezza . La società moderna sta diventando una specie di dittatura mediatica. Sì , diciamocelo francamente . Stiamo vivendo in un mondo dittatoriale ! E si vive costantemente sotto a delle false gentilezze solo per il gusto di raggiungere un risultato ! IL NICHILISMO MEDIATICO !

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    1. Cara Valeria, viviamo, come dici, dentro una bolla mediatica talvolta sfacciata, imparare a proteggersi è una sfida quotidiana, per mantenere quello spirito critico che ci aiuta a porci le domande giuste. Un caro saluto

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