8 pensieri riguardo “Youtuber all’autoscontro e psicologia impotente

  1. Anche oggi la ringrazio.
    Quello che lei dice rispetto alle linee di indirizzo che si formano nella mente di ogni individuo, addirittura prima dell’ ingresso alla scuola elementare, può lasciare un genitore nell’angoscia di aver procurato “danni” per i quali il margine di riparazione rimanente sia scarso o quasi nullo negli anni a seguire.
    Purtroppo noi adulti ci scopriamo spesso più fragili e meno equilibrati di quanto vorremmo far credere al mondo e ai nostri figli. Come lei dice, questo nostro recitare viene presto smascherato dai bambini che ci osservano molto più attentamente di quanto ascoltino le nostre “prediche”. Voglio sperare o illudermi che non sia mai troppo tardi per tentare di essere un esempio migliore per mio figlio e riuscire a “correggere il tiro”. Grazie ancora.

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    1. Grazie anche a lei Michela, quegli anni che precedono i primi importanti collaudi sociali sono i meno presidiati pedagogicamente, in compenso i bambini sono sommersi di attenzioni e gratificazioni, almeno nella maggior parte dei casi, eppure è proprio allora che il bambino comincia a stendere le sue mappe, ispirandosi a ciò che crede di avere capito. Tuttavia, lo dico a beneficio di chi pensa che i giochi siano fatti per sempre, le occasioni per educare, per correggersi e per cambiare direzione, sono innumerevoli. Basta studiare, osservare, amare (nel modo giusto).
      Ai bambini non interessa il singolo errore dei grandi, ma sono le lreiterazioni a scavare nei loro paesaggi interiori. Un caro saluto

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  2. Grazie Domenico x questa riflessione, purtroppo si sono persi molti valori in questa società che corre troppo e sempre più individualista,invece di imboccare la strada pro sociale calpesta tutto.
    Un abbraccio a presto.

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    1. Purtroppo, caro Giuseppe, ciò che si è perso è soprattutto la percezione del ruolo nei genitori, sospesi tra i desiderio
      di essere apprezzati dai figli e la necessità di assumere posizioni scomode. Se tu svolgi un compito e lo usi principalmente per diventare popolare presso il tuo interlocutore, vi farete male tutti e due. Grazie

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  3. Bella riflessione, dottore, che ci fa comprendere come il punto non sia “filiare”, come quasi ossessivamente chi oggi governa insiste a dire (e ovviamente filiare secondo natura) ma accompagnare, appunto educare.
    E date oggi le fragilità o le carenze del primo istituto educativo, ovvero la famiglia (abbiamo visto tutti il retroterra educativo dello youtuber di Roma, con un padre tutto preso da lusso e auto veloci….poi di cosa ci meravigliamo?) è tanto più importante che questo ‘accompagnamento’ avvenga attraverso la scuola e da un’età la più precoce. Ecco l’importanza del potenziare nidi e materne in questo Paese, ma il secondo sforzo dovrebbe essere sulla formazione di personale educativo attrezzato a questo accompagnamento, a leggere il disagio e a contrastarlo con strumenti adeguati.

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    1. Caro Gianni, purtroppo passa un’idea di educazione senza frustrazione impossibile da sostenere, da tenere in piedi, allo stesso tempo si afferma una visione ideologica dell’educazione, che passa dalla politica e dai suoi rappresentanti, che spesso sono dei grandi improvvisatori.
      In entranbe le impostazioni mancano i bambini e i ragazzi, ci sono gli adulti e basta, sempre pronti a partire da loro stessi. Quello che arriva “dal basso” non perviene alle loro coscienze, così si educa in modo unidirezionale, disperdendo tutta la ricchezza della relazione educativa, che così diventa misera e priva di costrutto. Grazie

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