L’omofobia è una malattia psicologica, grave e pericolosa. Ricordiamolo sempre

Quando si presentano alcune particolari condizioni sociopolitiche, gli omofobi, così come i razzisti e i violenti, escono dalla tana, sentendosi a casa, tra amici e parenti. Per questa ragione negli ultimi tempi siamo stati costretti a tornare diverse volte sul tema, anche per ricordare, lo dice la scienza, che gli omofobi, non certo gli omosessuali, sono portatori di un disturbo psicologico molto serio. 

Nell’omofobo c’è l’inconfessata paura di essere esso stesso omosessuale, da cui scaturiscono manifestazioni comportamentali odiose, prese di distanza scomposte, come se temesse un contagio. Per darsi conto di tale contraddizione, basterebbe domandarsi perché mai una persona si preoccupa dell’omosessualità se è davvero certa della propria eterosessualità. 

Evidentemente quella certezza non esiste, nemmeno quando chi la ostenta è grande e grosso e porta una divisa, com’è successo di recente.

L’omofobo si comporta come quella giovane paziente di colore che cercava di sbiancarsi la pelle con la candeggina.

L’incertezza del proprio orientamento è figlia a sua volta di un forte sentimento di inadeguatezza, infatti l’omosessualità maschile, nell’immaginario di certi individui significa “scadimento” nel femminile, connotato che viene usato in modo dispregiativo, mettendo in rilievo un’ulteriore tara a carico degli omofobi, la loro incapacità di rispettare le donne. Dare della femminuccia a un omosessuale, significa insultarlo e insultare allo stesso tempo il genere femminile, perché usato come riferimento svalutativo. A riprova del fatto che si tratta di un problema profondo, possiamo ricordare che vi sono buone probabilità che un omofobo sia anche insofferente alle persone straniere e abbia pregiudizi di altra natura, perché in tale processo regressivo è convolta l’intera personalità nonché antichi meccanismi territoriali che erano molto spiccati negli uomini primitivi.

In questi giorni, a causa del linguaggio intemperante, per la verità molto vicino al delirio, di un ufficiale dell’esercito, si sono formati degli schieramenti, ma proprio per quanto detto sinora, è necessario affermare che non siamo di fronte a un conflitto politico, bensì di una disputa tra individui sani, da una parte, e persone afflitte da problemi psicologici, dall’altra. Insomma, il ladro è chi denuncia il furto.

Chi si è schierato a fianco dell’omofobo si è di fatto assimilato ad esso, annoverandosi tra le persone che soffrono di una forma nevrotica, mostrando allo stesso tempo di avere importanti difficoltà nella coesistenza coi propri simili.

Sarà bene rammentare, una per una, le voci dello schieramento omofobo, tenerle alla larga dai luoghi dove si gestisce il bene comune. È un grave dovere di ciascuno di noi, soprattutto se esercitiamo un ruolo pubblico oppure educativo, perché prima o poi la barbarie toccherà anche la nostra vita o quella di una persona a noi cara. È solo questione di tempo.

10 pensieri riguardo “L’omofobia è una malattia psicologica, grave e pericolosa. Ricordiamolo sempre

  1. Grazie per il suo post e per avere rimesso un pò in ordine i cassetti, chiamando le cose con il loro nome, ad esempio dicendoci che l’omofobia è una malattia, anche molto seria.
    Ringrazio perché nel fuoco di fila di dichiarazioni pubbliche e di commenti sui social che hanno fatto seguito alle esternazioni pubblicate da quell’uomo, come lo ha definito lei “grande e grosso e che porta una divisa”, si è creato un gran caos, ed è sembrato quasi che il tema della omosessualita’ possa essere affrontato con leggerezza, e soprattutto sia “questione d’opinione” e non di scienza.
    Quindi sui gay sembrerebbe potersi dire praticamente tutto, che sono anormali, che sono ‘contro natura’, che esprimono, insieme a migranti e femministe, una ‘dittatura delle minoranze’, semplicemente in nome di una non chiara “libertà di pensiero”, con tanto di richiami costituzionali.
    Peraltro senza ricordare che la libertà di espressione non è un diritto assoluto che giustifica l’arbitrio di poter dire ogni castroneria, ma va contemperato con altri diritti, ad esempio la altrui dignità o l’eguaglianza di tutti gli individui, come dice la Costituzione, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, etc.

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    1. Caro Gianni, se io etichettassi un ministro, reale, che nella mia mente ha nome e cognome, con una parolina dialettale lombarda di 5 lettere, preceduta dall’aggettivo “povero”, l’interessato farebbe bene a querelarmi perché non si tratta di libertà di opinione ma di insulti.
      Parlo da professionista e da osservatore della vita civile, e le dico che non era difficile prevedere il clima determinatosi in questi giorni, le ragioni sono state spiegate nel post che lei commenta.
      Suggerisco a chi vuole approfondire, di rileggere i post del 26 settembre 2022 e del 9 ottobre 2022. Le prospettive erano chiare già allora, e chi si occupa della persona deve prendere posizione. Un caro saluto

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    2. Condivido a pieno ciò che stai dicendo Gianni .
      E credimi io che sono una donna omosessuale mi chiedo che futuro sicuro ci può essere se nel mondo ci sono ancora questi deficienti e retrogradi ?
      Talvolta ciò mi fa paura ma cerco anche di andare a testa alta senza farmi prendere dalla paura che possano stuprare me o la mia ragazza .
      A volte penso e dico anche da credente che solo Dio ha davvero Misericordia e legge nei cuori la sofferenza di chi come me deve lottare per farsi strada in un mondo che che non sa più cosa sia parola RISPETTO , DIGNITÀ, FRATELLANZA E GIUSTIZIA ! .

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      1. Passerà, questa onda di piena, cara Valeria, ma la lezione è severa, ossia non possiamo giocare col fuoco, bisogna educare la società civile impegnandosi direttamente. Vale anche per noi. Delegare ad altri non è più possibile, i diritti non sono dati per sempre. Grazie

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  2. Caro Domenico, grazie per le riflessioni. Il quadro che esce dal post delinea la vera natura della cosiddetta “normalità” di questo individuo alla quale Lui stesso si appella. La normalità del male, direi. Le parole hanno un peso, uno spessore, una sostanza, un effetto, una consistenza. Se dette in nome della libertà di pensiero e parola ma ledendo diritti, esse sfociano nell’abuso, nella discriminazione, nel male che annienta battaglie civili e offusca principi costituzionali. Non trovo sfumature di nessun tipo se non visioni razziste, moralmente inaccettabili proprio alla luce della Costituzione. Ieri qualcuno, in riferimento alla vicenda, ha detto che bisogna giudicare chi ha proferito quelle frasi dai servizi resi, non dalle parole espresse. Le parole però esprimono il nostro essere, attivano relazioni e interazioni, si traducono in azioni. Se a dire parole altamente discutibili é qualcuno che indossa una divisa, credo sia un’ aggravante ulteriore. Sono per motivi personali, familiari, “vicina” alle divise, indossate con umiltà, rispetto, forte senso sociale, attenzione agli altri, a tutti. La divisa non è un mezzo per sentirsi forti ma per dare forza agli altri,amplificatore di senso civico. Non trovo civiltà alcuna in quello che è stato detto dal militare. Piuttosto la suggestione che ne deriva mi rimanda a capitoli oscuri della Storia. Non restare indifferenti é il primo passo, doveroso farsi sentire e opporre parole di senso a quanto di insensato è stato scritto. Poi perseguire la diversità come ricchezza: ognuno di noi deve farlo, in ogni ambito, dando esempi chiari e coerenti.
    Grazie ancora, con stima

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    1. Non vorrei ripetermi, cara Antonella, ma siamo di fronte a un caso di patologia reale, sfacciata e pericolosa, che non riguarda solo il militare di cui si parla, ma di tutte le persone che si sono in qualche modo allineate o stanno volgarmente sfruttando le sentine di parte dell’opinione pubblica.
      Provi a immaginare quale sarebbe il destino del mondo se la “normalità” coincidesse davvero con la cultura, si fa per dire, che vediamo affiorare da quelle parole violente e irresponsabili. Grazie e un caro saluto

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  3. Sono seduta al tavolino di un bar a bere un aperitivo con mio marito, poco distante dal nostro tavolo, due ragazze passano l’ordine al cameriere, poi si guardano, si coccolano, si accarezzano e si tengono la mano.
    Proprio come fanno due persone innamorate.
    Sono serene, oserei dire, felici.
    La visione di cio’ che ho appena visto, mi appare cosi bella, cosi pulita, cosi sincera, facile pensare che l’emozione di quel sentimento arrivi al cuore.
    L’amore ci rende piu’ buoni, piu’ ottimisti, piu’ forti verso il mondo.
    Qualsiasi forma d’amore.
    Il difficile e’ comprendere come qualcuno possa vedere il male dove male proprio non c’e’.

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    1. Ma il male, cara Simona, è nella testa delle persone omofobe, in questo caso. Nessuno dovrebbe mai giustificare il modo in cui decide di amare e nessuno dovrebbe mai eccepire, salvo che non vi siano intenzioni violente.
      Quando qualcuno filtra la realtà attraverso problemi mentali più o meno importanti, non è la realtà a essere sbagliata ma la mente di chi pone un giudizio, sorretto solo da ignoranza e pregiudizi. Un caro saluto

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  4. Devo ringraziare i miei figli che mi aiutano ad andare oltre. Sia come spazi fisici che mentali. In realtà sono quasi paralizzata da tutto quello che sta succedendo. Ogni volta che apro il giornale mi sembra che la gabbia diventi sempre più stretta, nonostante ci siano moltissime voci autorevoli, come questa, che fiutano e gridano il pericolo.
    Ascoltando una bellissima canzone dei miei 15 anni mi sono commossa al pensiero di quanta fiducia avevo in un mondo migliore, ho ripensato agli amici di allora, ma mi sono anche chiesta dove abbiamo sbagliato per arrivare a tanto.

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    1. Cara Dani, la fiducia in un mondo migliore è la benzina che motiva i passi delle persone di buona volontà, che rimangono un numero considerevole. Teniamocela stretta, quella fiducia, non possiamo dare questo mondo in pasto alle versioni più arcaiche dell’essere umano.
      Le garantisco che se quelle cose che abbiamo sentito dire in questi giorni le avesse detto un povero cristo, la condanna sarebbe stata dura e unanime, ma poi, coloro che dovrebbero coltivare il bene comune, si mettono a fare calcoli, pescando nelle loro viscere e in quelle dei cittadini, nella speranza di trarne vantaggi, così gli sciocchi possono diventare eroi per un giorno. Meteore, perché di questo si tratta, che passano, ma le persone di buona volontà rimangono. Un caro saluto

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