4 pensieri riguardo “Se mamma e papà si lasciano non ci sono pesche che tengano”
Penso che Esselunga e i suoi pubblicitari siano stati molto furbi. Ormai non si parla di altro. È ormai risaputo che la pubblicità usa i sentimenti umani e il clamore per vendere un prodotto (tra l” altro neanche tanto buono: provare per credere). Concordo sul fatto che un pregio vi sia in questo spot, quello di aver mostrato un risvolto a cui nessuno pensa mai, il pensiero dei bambini: i sogni, le paure, le tristezze. Nessuno riflette su quel dolore, spesso gratuito, provocato da quell’ adulto che si rivela nel comportamento più bambino deil suo stesso figlio. Purtroppo, dico queste dure parole per esperienza. Non per colpevolizzare. Nel mio percorso lavorativo ho incontrato diversi bambini e genitori in questa situazione. Pur seguendo la strada più giusta per il proprio percorso di coppia e di vita, i genitori dovrebbero tutelare e proteggerei propri figli senza farli diventare vittime dei rancori degli adulti. Credo sia difficile, ma non impossibile.
Purtroppo, cara Antonella, quando ci si separa il livello di risentimento reciproco arriva a quote parossistiche, si cerca di danneggiare l’altro o l’altra con le buone e con le cattive. I bambini sono troppo distanti per essere captati. Le conseguenze, spesso, travolgono colpevoli e innocenti. Senza distinzione. Grazie
Premetto che non guardo più la televisione, per cui, dopo aver letto i titoli della polemica, mi sono guardata lo spot pubblicitario.
Scrivo quello che ho percepito a pelle quasi vergognandomi. Lo spot è pedopornografico e maschilista, specchio di un potere che vuole tornare ai tempi bui dove la famiglia era sacra e doveva fare figli.
La bambina indagata dalla telecamera e chiusa nel suo mondo. La pesca, in un altro film, segno di altro. La mamma stanca deve fare la spesa e accontentando la figlia è come se le dicesse non scocciare più, il papà che scende dall’auto a prendere il ‘suo amore’ pulito e pettinato come se andasse dalla fidanzata.
Indecente direi e senza nessun rispetto dei sentimenti e della fatica delle relazioni. Quelle vere non quelle patinate.
Un punto di vista severo da chi ha molto sognato una famiglia ‘normale’.
Cara Dani, quello spot è pieno di rimandi, non credo tutti volontari. La verità è che si è toccato un tasto pericoloso quanto quello delle famigerate valigette nucleari. C’è il tema dei bambini, accessori puri e semplici degli adulti che, a coloro volta si lasciano usare per compiacerli.
La prospettiva di questo arruffatisimo gioco di ruoli, soprattutto perduti, è fosca. Un caro saluto
Penso che Esselunga e i suoi pubblicitari siano stati molto furbi. Ormai non si parla di altro. È ormai risaputo che la pubblicità usa i sentimenti umani e il clamore per vendere un prodotto (tra l” altro neanche tanto buono: provare per credere). Concordo sul fatto che un pregio vi sia in questo spot, quello di aver mostrato un risvolto a cui nessuno pensa mai, il pensiero dei bambini: i sogni, le paure, le tristezze. Nessuno riflette su quel dolore, spesso gratuito, provocato da quell’ adulto che si rivela nel comportamento più bambino deil suo stesso figlio. Purtroppo, dico queste dure parole per esperienza. Non per colpevolizzare. Nel mio percorso lavorativo ho incontrato diversi bambini e genitori in questa situazione. Pur seguendo la strada più giusta per il proprio percorso di coppia e di vita, i genitori dovrebbero tutelare e proteggerei propri figli senza farli diventare vittime dei rancori degli adulti. Credo sia difficile, ma non impossibile.
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Purtroppo, cara Antonella, quando ci si separa il livello di risentimento reciproco arriva a quote parossistiche, si cerca di danneggiare l’altro o l’altra con le buone e con le cattive. I bambini sono troppo distanti per essere captati. Le conseguenze, spesso, travolgono colpevoli e innocenti. Senza distinzione. Grazie
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Premetto che non guardo più la televisione, per cui, dopo aver letto i titoli della polemica, mi sono guardata lo spot pubblicitario.
Scrivo quello che ho percepito a pelle quasi vergognandomi. Lo spot è pedopornografico e maschilista, specchio di un potere che vuole tornare ai tempi bui dove la famiglia era sacra e doveva fare figli.
La bambina indagata dalla telecamera e chiusa nel suo mondo. La pesca, in un altro film, segno di altro. La mamma stanca deve fare la spesa e accontentando la figlia è come se le dicesse non scocciare più, il papà che scende dall’auto a prendere il ‘suo amore’ pulito e pettinato come se andasse dalla fidanzata.
Indecente direi e senza nessun rispetto dei sentimenti e della fatica delle relazioni. Quelle vere non quelle patinate.
Un punto di vista severo da chi ha molto sognato una famiglia ‘normale’.
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Cara Dani, quello spot è pieno di rimandi, non credo tutti volontari. La verità è che si è toccato un tasto pericoloso quanto quello delle famigerate valigette nucleari. C’è il tema dei bambini, accessori puri e semplici degli adulti che, a coloro volta si lasciano usare per compiacerli.
La prospettiva di questo arruffatisimo gioco di ruoli, soprattutto perduti, è fosca. Un caro saluto
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