Chi orienta i nostri ragazzi. I falsi follower e il sonno degli adulti

Nei giorni scorsi è stata analizzata da una prestigiosa giornalista, donna di estrema serietà e competenza, la delicata questione dei falsi follower, ossia i seguaci, che non esistono ma vengono fabbricati ad arte, da alcune società che lo fanno di mestiere, e venduti a chi trova conveniente poterli esibire, poiché questo consente di lucrare credibilità e, soprattutto, maggiori introiti pubblicitari nonché contratti di collaborazione. Per essere chiari, se questo blog avesse centomila follower, anche finti, sarebbe sommerso di proposte di collaborazione da parte del mondo economico e nelle schermate apparirebbero inserti pubblicitari a getto continuo. 

Il rimorchio mentale funziona all’incirca così. Se tante persone seguono questo personaggio, significa che il suo valore è certificato, non saranno mica tutti stupidi coloro che lo seguono. 

Una magia e la quantità diventa, senza esibire prove, qualità.

Inizia così un perverso processo di “affidamento”, che un comico aveva sintetizzato, ancora prima che arrivassero i social, in modo geniale: “Mangiate merda. Miliardi di mosche non possono essersi sbagliate”. 

Una volta ultimato “l’impianto” nell’immaginario collettivo, inizia il raccolto che, a sua volta, produce incremento dei seguaci. Un circolo vizioso che alla fine diventa pressoché incontrollabile, seminando danni enormi, non tutti visibili e non tutti direttamente collegabili in modo evidente al fenomeno originario, ma assolutamente presenti.

Il prezzo pagato dalle famiglie a tali “scultori” di milioni e milioni di paesaggi interiori di ragazze e ragazzi andrebbe studiato con molta attenzione, sebbene non sia facile seguire il filo di tali interferenze, spesso rese possibili dal vuoto determinato nell’animo dei destinatari sia dai loro educatori sia dalla vita stessa, sempre gravida di domande, che in adolescenza si fanno brucianti.

L’unica certezza che possiamo esibire è che l’ambiente si pone come il maggiore contributore dello stile di vita dei nostri figli, e purtroppo quell’ambiente è profondamente infiltrato di persuasori, occulti e meno occulti, di sicuro abilissimi a trasformare in danaro, molto danaro, bisogni reali dei loro destinatari.

Purtroppo, gli eventi giudiziari che in questi ultimi mesi si sono abbattuti sul mondo dei persuasori non sono stati determinati da prese di coscienza o ribellioni da parte della società, bensì da incidenti casuali, denunce di soggetti che con la famiglia poco avrebbero a che spartire, ma che in questo caso ne fanno casualmente le veci, surrogandola efficacemente, a cui dovremmo dire grazie nell’unico modo possibile, ossia imparando a non comportarsi come le mosche di cui sopra. 

Non saremo sempre così fortunati, non saremo sempre favoriti da soccorritori di passaggio, non potremo sempre sperare che qualcuno si sostituisca a noi, perché queste speranze non sono obbligate a diventare certezze, anzi raramente lo diventano. 

Stavolta non si tratta di controllare i nostri figli, ma solo di stare attenti alle figure che parlano loro, seducendoli con offerte di felicità in cambio di prodotti, beni e servizi, esibizioni di stili vita impossibili, se non prezzo di scambiare la vita per una lotteria, dove non serve il lavoro ma basta comprare un gratta e vinci. 

6 pensieri riguardo “Chi orienta i nostri ragazzi. I falsi follower e il sonno degli adulti

    1. Cara Patty, credimi, interpretare il presente non è molto complicato, accorre voglia di vedere ciò che ci passa sotto il naso, un atteggiamento che spesso nella storia è stato trascurato infliggendosi tormenti di cui paghiamo ancora il prezzo. Grazie per le tue parole e un caro saluto

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      1. Caro Domenico,
        la voglia di vedere può cambiare le traiettorie nostre e di chi educhiamo. Basterebbe poco. Basterebbe averne voglia, appunto. Stare e vedere. Ma si tratta di azioni che richiedono tempo, ad esse poco concediamo nel vortice della corsa che è ormai la nostra vita. Quello che osservo in ambito educativo è che spesso sono i genitori stessi a farsi influenzare dai modelli del web, a stare suoi social in modo spasmodico, ad essere superconnessi (riprendo il titolo di un Suo libro). Perciò l’ambiente in cui i bambini e i ragazzi vivono e crescono ha queste caratteristiche, si propende verso l’apparire che non verso l’essere.
        Un bambino mi raccontava tempo fa di addormentarsi guardando storie al cellulare. Ecco, credo che la mia ostinazione nel promuovere il prestito libri ai bambini abbia dietro la voglia di offrire ai bambini e ai genitiri l’opportunità di far riscoprire un’intimita’ di sguardi, parole ed emozioni tenendo in mano un libro. Opportunità appunto. Per chi vuole vedere. Per chi vuole stare. Momento perfetto e reale, dono di tempo e dialogo che resterà nelle corde, nei ricordi. L’immagine passa, il dono della presenza dell’adulto resta.
        Grazie Domenico, sempre stimolanti i suoi articoli, un modo per rivedere criticamente anche le proprie condotte,.

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      2. Cara Antonella, da tanti anni è chiaro, a chi vuole vedere, che la traumatica rottura tra il tempo e gli eventi, sta minando ciò che è rimasto della nostra natura umana. La velocità, purtroppo necessaria al modello di economia e di convivenza che abbiamo apparecchiato, continuerà a creare falle nella nostra sensibilità, soprattutto in quella dei bambini, fino a renderci impermeabili a qualsiasi stimolo esterno. Possiamo ancora fermare questa deriva, la scuola può fare molto, ma anche chi insegna è una madre o un padre ed è a sua volta sottoposto ad accelerazioni insostenibili. Non credo di avere una risposta, posso solo raccontare ciò che vedo e sperare che qualcuno inciampi in sé stesso e cominci a riflettere. Un caro saluto e grazie

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  1. caro Domenico, riporto quanto disse tanti anni fa un collega / amico / maestro: “anche se gradita a miliardi di mosche, a me la m…. continua a non piacere”

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