Noi, i bambini, i ragazzi, gli animali. Tristi bugie che ci travolgeranno 

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8 pensieri riguardo “Noi, i bambini, i ragazzi, gli animali. Tristi bugie che ci travolgeranno 

  1. Le tue parole mi riportano forte alla mente l’effetto farfalla di Lorenz e mi riecheggiano alla mente tanti discorsi affrontati insieme sul famoso orticello davanti casa. L’assunzione di responsabilità appare, sempre, un concetto lontano, diluito nella massa ,demandato ad altri o altro. Ho ,sempre, pensato lla genitorialità come un impegno fondamentale, come ad un sasso gettato seppur in un piccolo stagno che produce cerchi concentrici che si allargano. Oggi che sono genitore anche io mi rendo conto , ancora di più, di quanto i nostri figli ci osservino. Mia figlia non ha neanche otto mesi ma copia le mie espressioni del viso , apprezza la musica che le propongo o i piatti che prediligo io. I bambini ci imitano , seguono il nostro esempio ed è nostra responsabilità fare ” assaggiare” loro non solo cibi sani ma anche sane abitudini e comportamenti. Credo che se ,quando passeggiamo con loro, ci fermiamo a scambiare due chiacchiere con un senzatetto , se lo trattiamo come un amico e portiamo lui una coperta o un pasto caldo difficilmente diventeranno ragazzini che al telegiornale presenteranno come membri di un branco che hanno dato fuoco ad un anziano che dormiva in un parco. E così vale per tutto. Grazie ,come sempre , per i preziosi spunti di riflessione . Non è mai troppo tardi per virare e riflettere

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    1. Cara Alessandra, come dici bene, l’educazione non è una trasmissione verbale, questo lo dimentichiamo troppo facilmente. Sono i passi concreti a fare la differenza, il modo in cui ci rapportiamo al mondo, è questo ciò che vedono i nostri figli, ciò che resterà impresso nel loro Dna interiore. Un abbraccio

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      1. Caro Domenico,

        quanta verità nelle riflessioni che ci propone! Adulti che pensano di poter mentire ai bambini, di celare verità che essi, invece, per niente inferiori o incompleti, hanno già percepito facendone congetture e tirando conclusioni. Mi viene in mente la domanda che tempo fa mi fece un bimbo di 4 anni davanti ad una bistecca servita dalla mensa scolastica :”Quale animale è morto?”. Il tono non certo sereno completava la domanda. Sensibile e attento. Non credo che in famiglia gli si dicesse “oggi é morto il pollo per la tua bistecca” , “oggi è morto un bel tacchino” , ecc. Ma in un contesto di fuducia, lui si era forse sentito di fare una domanda mirata ricercando risposte. Abbiamo da poco accompagnato il nostro gatto a lasciare per sempre la nostra famiglia. Era gravemente malato. È stato un animale orgoglioso, pieno di dignità sempre, fino alla fine. Credo che per i miei figli crescere con lui sia stato uno stimolo al rispetto, all’ascolto, all’empatia, un esercizio vissuto giornalmente. A proposito di vicinanza, ricordo un episodio di alcuni anni fa. Un esemplare di uccello bianco era in giardino, apparentemente in difficoltà. Nevicava. I primi a cercare di fare qualcosa erano stati i miei figli. Avremmo potuto far finta di niente, nelle campagne circostanti se ne vedevano tanti di quegli uccelli. Giro di telefonate. Animale messo in una scatola e portato da un veterinario. Noi avevamo fatto il nostro dovere. Dovere appunto. Quello di non voltarci dall’altra parte, di non essere indifferenti, di non mentire a noi stessi e agli altri. Grazie mille degli spunti per ripensare criticamente alle nostre condotte. Con stima.

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      2. Cara Antonella, quella domanda “quale animale è morto” non lascia scampo, solo un bambino poteva porla, con quella essenzialità che noi adulti abbiamo perso, aumentando la confusione e perdendo buona parte della nostra capacità di “vedere”. Ma forse anche questo è un modo per tollerare ciò che tollerabile non è e non potrà mai essere. Grazie e vuona giornata

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  2. E’ terribile come nn ci viene neanche in mente che possano esistere storie di questo genere….ora mi viene da dire”Che crudeltà”…..ma effettivamente quando assaporo un gustoso pollo arrosto…nn penso sia uno di quelli scampati al massacro!!!!!!!!E si….quante ” sane ” bugie dette ai bimbi che prima o poi si scontreranno con la dura realtà….Che fare….oltre a promettere di dire sempre la verità,proclamare il rispetto di un sentimento….mi sembra che siamo risucchiati da un buco nero che nn ci dà neanche il tempo di riflettere! Alla mia età, ( nn più giovane…)mi impegno ad allargare le mie vedute, a rispettare, senza fantasticare troppo ,gli occhioni sinceri e limpidi di un bambino e ad accarezzare le sue delusioni…consolandolo xchè la vita è bella ma DURA da digerire!!!!!!

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    1. La presunzione che “tanto i bambini non capiscono” è la nostra mano armata, la nostra velenosa certezza, cara Anna Maria.
      Il prezzo lo stiamo già pagando. Non possiamo più accettare di essere parte di quella che qualcuno chiama “specie assassina”, facendo finta di essere dei buoni samaritani. Ci siamo intestati arbitrariamente l’intero pianeta, dimenticando di chiedere permesso e salutare chi lo abita da prima di noi. Non si esce impunemente da questo filosofia da predoni.
      Un caro saluto e grazie

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  3. Rileggo questo articolo, colpito, come ad ogni festivita’ pasquale, da certe immagini dei mattatoi dove sono stati macellati gli agnelli. Un punto fondamentale in questo dibattito sui diritti degli animali è a mio avviso anche quello delle religioni, molte delle quali, in una visione del tutto antropocentrica, non educano minimamente al rispetto per gli altri esseri viventi “non umani”.

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    1. Grazie Gianni, apprezzo molto le sue parole e non posso che condividere il dolore per la reiterazione di comportamenti disumani dei quali, però, non sono in molti a percepire il senso di tragedia che li pervade e che si sta ritorcendo contro la nostra specie. Buonanotte e ancora grazie

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