Da genitore non è facile non farsi travolgere dall’ansia di dare risposte, come se non darle creasse una voragine e non la possibilità di un viaggio. Ma quando ci si riesce, e si accetta di non conoscere prima la destinazione, è sempre sorprendente.
D’altra parte, come ci ricorda la Gematria ebraica, non è un caso se l’essere umano (‘adam) e la particella interrogativa (mah) hanno lo stesso valore numerico, quarantacinque.
Ciao Domenico, concordo in pieno il tuo articolo. Conosco molto bene questa dinamica.
Chi ci rimette sono i bambini, schiacciati dal disagio dovuto alla conflittualità dei genitori.
Una scuola che si deresponsabilizza da obbiettivi e obblighi e che trova una risposta sbrigativa al problema. Una soluzione troppo facile e altrettanto comoda.
Oltretutto se due genitori sono in conflitto già per la separazione figuriamoci se riescono a trovare un punto d’incontro sulle scelte migliori nell’ interesse del minore.
Rimane difficile e molto complicato intraprendere un lavoro di coppia se entrambi non sono collaborativi e responsabili. Una barca per andare dritto ha bisogno di due remi, con uno solo gira su se stessa.
Un caro saluto. Cri
Caro Cristiano, ti ringrazio molto per queste parole così impregnate di consapevolezza, forse dovute a esperienza diretta. I bambini sono spesso vittime di scelte sbrigative, funzionali ai bisogni dei grandi. Sarà così sempre più spesso, perché ciò che è comodo diventa una tentazione. Il punto è che chi si presta a queste scorciatoie sta solo spostando il disagio in avanti, perché se non trova risposte consapevoli, rispettose del suo dolore, lo stesso bambino si ritaglierà una nicchia per proteggersi, a prescindere dall’efficacia e dagli effetti.
Dovremmo tutti trovare il coraggio di dire basta a questa cronicizzazione della sofferenza, fondata su interventi che lo mettono al centro di mille piccole diagnosi e relativi interventi, dimenticando che egli è solo il terminale, il riflesso di atti compiuti da altri. Un caro saluto
Chapeau! Emanu
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Grazie, cara Emanuela. Ci si sente leggeri a non avere risposte.
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Da genitore non è facile non farsi travolgere dall’ansia di dare risposte, come se non darle creasse una voragine e non la possibilità di un viaggio. Ma quando ci si riesce, e si accetta di non conoscere prima la destinazione, è sempre sorprendente.
D’altra parte, come ci ricorda la Gematria ebraica, non è un caso se l’essere umano (‘adam) e la particella interrogativa (mah) hanno lo stesso valore numerico, quarantacinque.
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Laicamente. Carlo Carretto si chiedeva cosa fa Gesù sulla Croce. Dopo qualche tempo di silenzio rispondeva. “Sta fermo”. Grazie Giulia
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Ciao Domenico, concordo in pieno il tuo articolo. Conosco molto bene questa dinamica.
Chi ci rimette sono i bambini, schiacciati dal disagio dovuto alla conflittualità dei genitori.
Una scuola che si deresponsabilizza da obbiettivi e obblighi e che trova una risposta sbrigativa al problema. Una soluzione troppo facile e altrettanto comoda.
Oltretutto se due genitori sono in conflitto già per la separazione figuriamoci se riescono a trovare un punto d’incontro sulle scelte migliori nell’ interesse del minore.
Rimane difficile e molto complicato intraprendere un lavoro di coppia se entrambi non sono collaborativi e responsabili. Una barca per andare dritto ha bisogno di due remi, con uno solo gira su se stessa.
Un caro saluto. Cri
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Caro Cristiano, ti ringrazio molto per queste parole così impregnate di consapevolezza, forse dovute a esperienza diretta. I bambini sono spesso vittime di scelte sbrigative, funzionali ai bisogni dei grandi. Sarà così sempre più spesso, perché ciò che è comodo diventa una tentazione. Il punto è che chi si presta a queste scorciatoie sta solo spostando il disagio in avanti, perché se non trova risposte consapevoli, rispettose del suo dolore, lo stesso bambino si ritaglierà una nicchia per proteggersi, a prescindere dall’efficacia e dagli effetti.
Dovremmo tutti trovare il coraggio di dire basta a questa cronicizzazione della sofferenza, fondata su interventi che lo mettono al centro di mille piccole diagnosi e relativi interventi, dimenticando che egli è solo il terminale, il riflesso di atti compiuti da altri. Un caro saluto
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