Christopher. Lunga la strada verso il ritorno all’umanità

Finito il clamore finito Christopher. Ma c’è tanto da meditare in questa discesa agli inferi della violenza, di cui tutti pensiamo di avere un alibi o di essere estranei.

Purtroppo non è così.

https://tg24.sky.it/cronaca/2024/06/27/omicidio-pescara-christopher-udine-tominaga

4 pensieri riguardo “Christopher. Lunga la strada verso il ritorno all’umanità

  1. Proprio così, caro Domenico. Bisognerebbe chiedersi come ci siamo arrivati. Giudicare serve poco. Ma la tendenza che diventa sempre più pervasiva è quella di cercare le colpe, le responsabilità oltre il nostro perimetro di confort. Confort appunto. Che apparentemente ci fa stare bene, ma che semina incongruenze pericolose, perché vincolato ad un modello di deresponsabilizzazione. A scuola certe dinamiche le vediamo ogni giorno: genitori spesso impotenti di fronte a figli piccoli despoti, genitori che faticano a dare limiti, genitori che non ascoltano ma vogliono essere ascoltati. Spesso di fronte a problemi educativi, l’argomentazione vira su: “Lui(o lei) é proprio così! Ha questo carattere… “oppure si ricerca un alibi ai comportamenti non idonei dei figli dando la colpa al fatto che i bambini imitano i compagni e quindi la responsabilità non è del proprio figlio ma di chi trascina. Come si è arrivato a questo nessuno mai se lo chiede, proprio come Lei afferma. Nessuno si mette in discussione. E i modelli imperanti vedono adulti irascibili, di corsa, sui social, individualisti. Ad una mamma che chiedeva come poteva far avvicinare la figlia ai libri avevo chiesto se lei stessa leggesse. Un adulto significativo con un libro in mano é un modello. Buono e potente. Un adulto che litiga in contesti istituzionali non è un modello buono ma potente in negativo. Grazie Domenico!

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    1. Cara Antonella, l’altra parola magica, tra le tante, è giudizio. Spostare sugli altri l’attenzione ci salvaguarda dal pericolo di finire noi sotto processo, così diventa una caccia all’uomo dove il cerino rimane in mano ai meno attrezzati, ai meno furbi. Ieri, una persona che viaggia coi mezzi tutti i giorni, mi raccontava che anche il piccolo gruppo di cui fa parte, tra i sedili della metropolita, è diventato un piccolo tribunale, il tema sono sempre gli altri. Si tratta di un tecnica, proprio così di una tecnica, che mira ad abbassare i concorrenti per ottenere l’illusione ottica di sentirsi più alti, così non si affrontano mai i problemi, ci si limita ad andare a caccia di agnelli sacrificali.
      I genitori si sono trovati ad affrontare problemi più grandi di loro, spesso assai più grandi, ma invece di solidarizzare si fanno la guerra, incoraggiati da chi comanda che, non avendo risposte perché privo di competenze, alza la voce, ma quando ciò che puoi esibire è solo quella le cose si mettono male per tutti. Un caro saluto

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  2. “Quando un paese decide di accettare questi spettacoli, deve sapere che sta perdendo il diritto di eccepire sul comportamento dei ragazzi”.

    Il punto sta tutto qui, caro dottore, se poi, oltre ai pestaggi alla Camera si accettano anche le immagini e le parole violente della gioventù militante di FDI e si bypassa il merito dando la colpa alla stampa, di cosa vogliamo parlare?

    È come dice lei, il “fenomeno” circoscritto ed etichettato per interesse e per ipocrisia come “giovanile” ci riguarda tutti, anzi riguarda soprattutto il mondo adulto che alimenta questi presupposti e, nel mondo adulto, la parte del leone la fa la politica, che ha responsabilità pedagogiche enormi.

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    1. Vero, carissimo Gianni, noi in qualche modo “spettegoliamo” del mondo giovanile, perché questo ci fa dormire sonni tranquilli, illudendoci che le responsabilità siano delle nuove generazione. I risultati si vedono senza sforzo, anche negli episodi che lei citava. Quello che sta accadendo sotto i nostri occhi in politica è terribile, ma in qualche modo lo stiamo assimilando alla normalità, scambiando una patologia per normalità.
      Grazie di cuore

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