Piccoli e grandi. Cosa abbiamo imparato dalla guerra. Forse nulla. Audio

In questi giorni saranno tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina. Vi sono apprendimenti che non si trasferiscono da una generazione all’altra, rimangono fissati solo sulla pelle di chi li vive direttamente. La guerra è uno di questi. I discendenti cercano di dimenticare e in genere vi riescono, disperdendo, forse senza volerlo, un patrimonio di esperienze che potrebbe cambiare le loro vite. Tra non molto, spero, anche questa guerra finirà perché non conviene più nemmeno a chi l’ha scatenata, non tanto per l’enorme prezzo pagato in vite umane, decine di migliaia di giovani che non rimpiangeremo troppo non essendo i nostri figli, ma solo perché il piatto, ossia il business, piange. Se ne ricorderanno solo i genitori e i loro fratelli, la cui vita è stata distrutta insieme a quelle dei loro cari defunti.

In quei giorni ero stato ospite di diversi dibattiti, in genere non servono granché, ammettiamolo, ma la speranza remota è che possano depositare qualche domanda.

Allego il link di uno di quei dibattiti, si era svolto su Radio Rai. Credo sia interessante per provare a guardare in modo retrospettivo quella tragedia e incamerare piccoli apprendimenti. La parte che mi riguarda inizia al minuto 39 e riflette su come rispondere alle domande che pongono i bambini su questi temi delicati.

https://www.raiplaysound.it/audio/2022/03/Moka-del-07032022-e085414a-5c78-4c7c-a7c4-be3b73cde6fe.html

2 pensieri riguardo “Piccoli e grandi. Cosa abbiamo imparato dalla guerra. Forse nulla. Audio

  1. Grazie Domenico, è utilissimo il confronto con questo passato molto prossimo.
    Tre anni fa, passato un mese dall’inizio della guerra, sembrava inconcepibile che non si trovasse una soluzione.
    Ricordo l’arrivo dei profughi al Centro Vaccinale antiCovid della mia città, dove era stato allestito anche un punto per i loro controlli medici: operatori e volontari che cercavano di sorridere dietro alle mascherine e ricordo soprattutto che c’era silenzio, solo le parole necessarie e giuste ma non di più, troppo sgomento.
    Ora pare che davvero non freghi più niente a nessuno, né a chi ha il potere ma non fa nulla, né a noi comuni mortali, presi dalle nostre mille piccole preoccupazioni.

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    1. Si, cara Giulia, l’assuefazione, l’assimilazione alla normalità di ciò che non normale non è, è un sintomo importante del malassere che attraversiamo. E non è un sintomo positivo. Buonanotte

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