Quelle paure irrazionali e arcaiche che stanno cancellando il futuro dei nostri figli

Due amiche, carissime, Maria Adele ed Elisa, sposate con rito civile, mi telefonano felici.

Recentemente sono diventate affidatarie di due bambine, la cui famiglia naturale è in grosse difficoltà.

Le piccole non si sono poste molte domande sul fatto che la coppia affidataria fosse composta da due femmine e non da un maschio e una femmina. Sono serene perché si sentono amate.

Qualche giorno dopo l’arrivo delle bambine, la famigliola è seduta sul divano. La bambina più piccola, un paio di anni, vede una foto spiritosa del matrimonio tra le due mamme e chiede cos’è. La grandicella, sei anni, le risponde che “è la foto del matrimonio, perché quando due persone si amano si sposano”, la piccola prende atto con un “allora va bene”.

La normalità è un ospite fisso nello sguardo dei piccoli, ma soprattutto è molto più vasta di quella immaginata dagli adulti, che si incartano nelle proprie meschinità, chiudendo le loro intelligenze all’interno di bozzoli d’acciaio, impermeabili nei due sensi, in entrata e in uscita.

Qualche anno fa avevo visitato una scuola elementare. Parcheggiata l’auto mi ero fermato a guardare i bambini che facevano la ricreazione. Stavano giocando a calcio in un grande spiazzo, una partita divertente, con un numero di giocatori spropositato.

Erano tutti mischiati, multietnici, colorati. Stranieri e italiani. Contenti di stare assieme.

Presto si sarebbero divisi, gli adulti avrebbero rotto quella meravigliosa solidarietà, quella naturale familiarità tra piccoli esseri umani, disegnando confini e pregiudizi.

Gli adulti più involuti non accettano l’idea che il cambiamento e la diversità siano radici di progresso, la politica più retriva lo sa e ne approfitta girando il dito nella piaga, ricordando ai poveri di spirito, sempre pronti ad abboccare, che gli altri sono sempre una minaccia e bisogna diffidarne. Non è un’idea moderna, anzi, arriva direttamente dalla preistoria, quando gli uomini erano primitivi e selvaggi, territoriali, attenti solo al loro spazio fisico. Chiunque lo violasse era morto. Ogni volta che torna l’ossessione della territorialità i morti sono sempre milioni

Non possiamo allevare i nostri figli, educare i nostri alunni, ispirati da questa oscura parte di noi, la stessa che alimenta tutta la violenza che mai come in questo momento rischia di travolgerci tutti, anche i bambini innocenti.

È il momento di affidarci proprio ai piccoli, alla loro natura genuinamente umana, oramai smarrita dagli adulti, da moltissimi di loro.

Solo i bambini ci possono liberare dalla sfacciata certezza di essere intelligenti, una bella maschera che nasconde spaventose voragini di ignoranza.  

4 pensieri riguardo “Quelle paure irrazionali e arcaiche che stanno cancellando il futuro dei nostri figli

  1. Spesso lei ci mette in guardia dagli abusi di soggettività nel rapporto educativo. Il suo post odierno ne è l’esempio concreto. Su una pellicola non impressionata da pregiudizi legati a etnia, genere, orientamento sessuale, diversità si può innestare poi un mostruoso condizionamento educativo (in senso lato, sia per quanto esplicitamente trasmesso e testimoniato dai genitori, sia per il contesto ambientale e culturale generale).

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    1. Fino a quando esisterà qualcuno che vorrebbe decidere come il resto dell’umanità dovrebbe amare, ci sarà molto lavoro da fare.
      La ringrazio per queste parole. Un caro saluto

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