I bambini sembrano invisibili ma le conseguenze si vedono

In genere l’attenzione dei genitori per i figli si impenna solo dopo l’infanzia ed è spesso determinata dall’arrivo di svolte inattese.

L’aggettivo “inatteso” in questo caso significa che gli adulti non avevano chiaro ciò che stava accadendo, semplicemente perché si erano persi una serie di passaggi precedenti, in corrispondenza dell’infanzia, alla quale tendiamo a dare un significato prevalentemente affettivo e ludico perché i bambini all’inizio sono davvero irresistibili ma anche allenati a lucrare sull’interesse potente e non di rado acritico che i genitori e altre figure parentali vicine mostrano nei loro confronti. Nelle pratiche di sopravvivenza i piccoli non sono secondi a nessuno.

Così accade che a loro si pratichino sconti che farebbero fallire qualsiasi attività, perché il loro arrivo nella nostra vita rappresenta un evento talmente esaltante da farci dimenticare che le linee di indirizzo e le strategie che caratterizzeranno il loro comportamento stanno prendendo corpo proprio mentre noi siamo assorbiti dalla loro simpatia. Ma soprattutto in questi momenti, nei quali il magma si sta condensando in linee di indirizzo sempre più strutturate, il bambino necessita di educazione perché ciò che non faremo adesso aprirà la strada a quelle sorprese adolescenziali e giovanili, che in realtà non sono sorprese ma conseguenze di omissioni pedagogiche, di mancate seminagioni o addirittura di faciloneria che ci induce a pensare a un bambino che si auto educa o che deve limitarsi a fare ciò che diciamo noi grandi, rinunciando a quote importanti di sé.

Tutto questo può preparare momenti di incomprensione, perché ora l’ex bambino è più consapevole e leggerà il passato con maggiore precisione, traendone conseguenze che alimenteranno negli adulti quell’illusione della “svolta improvvisa” di cui si diceva all’inizio.

Ma per genitori e insegnanti questo non significa capitolazione, semmai può essere un nuovo inizio, a patto però che abbiano voglia di spostare le domande sul proprio operato.

Nel link che segue, chi può aprirlo troverà lo sviluppo completo della riflessione

https://tg24.sky.it/cronaca/2025/06/23/educazione-infanzia-preadolescenza-consigli-psicologo

4 pensieri riguardo “I bambini sembrano invisibili ma le conseguenze si vedono

  1. Molto interessante e vero.
    Da un lato, siamo osservatori molto distratti dei nostri figli, dunque non ne cogliamo spesso le traiettorie e certi eventi, non avendo seguito questa mappa, ci paiono appunto inattesi.
    Sul perchè di questa osservazione distratta e discontinua ci sarebbe poi da ragionare. Un pò per abitudine a dare poco retta ai bambini, un pò per pigrizia, un pò per quieto vivere, un pò perché spesso assorbiti in ritmi vorticosi, professionali e magari anche di altra cura (oggi mediamente i genitori sono più vecchi e ne possono conseguire anche carichi di cura degli anziani di famiglia). In ogni caso il richiamo al ruolo educativo (e non solo ludico ricreativo) ci sta tutto. Grazie

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    1. Quanndo si evoca l’impegno morale e civile a generare, senza però indicare cosa rappresenta mettere al mondo un figlio e senza immaginare forme concrete di sostegno economico e pedagogico, significa ragionare come se fossimo ancora negli anni Cinquanta, quando l’unico problema poteva essere la mancanza di mezzi economici, condizione che era uno stimolo per scommettere sul futuro.
      Il bambino di oggi non somiglia a nessuno dei bambini che l’hanno preceduto, fare finta di niente significa solo creare i presupposti per gettare nella solitudine la famiglia e la scuola, con le conseguenze del caso. Un caro saluto

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      1. Verissimo, e non si risolve nulla coi bonus, servono servizi e investimenti in strutture e in personale competente, formato e motivato.

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      2. Serve un Welfare che nella mente dei nostri politici non esiste, perché sono impegnati nel talk show, invece di studiare e lavorare.
        I bambini non si possono sono evocare, bisogna creare le condizioni perché possano stare al mondo trovando un senso, a cominciare da quando sono piccolissimi. Il resto sono solo faccende ragioneristiche, utili solo a dire “abbiamo fatto qualcosa”, purchessia. Grazie

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