Come tutti sapete questo è un blog dedicato soprattutto a chi desidera educare e a chi pensa che valga la pena non perdere l’abitudine di porsi domande.
Eppure, l’attitudine a porsi domande, l’unico antidoto alla rovina delle nostre famiglie e mondo intero, sta venendo meno, proprio nel momento in cui il Pianeta attraversa la crisi più grande di questo primo quarto di secolo, persino più grave della pandemia, che perlomeno vide il mondo mettere insieme sforzi imponenti che portarono a risultati inimmaginabili, salvando milioni di vite umane, a dispetto di chi voleva farci sprofondare nella superstizione e nell’immaturità. La scienza, il genio di uomini e società, la messa in comune di informazioni fondamentali, ci portarono fuori dal guado.
Oggi stiamo affrontando passaggi che potrebbero distruggere ciò che è stato costruito in migliaia e migliaia di anni, che spesso annotiamo distrattamente, quindi sento il dovere, come faccio da sempre, di espormi pubblicamente, in questo caso a partire dal genocidio in atto nella Striscia di Gaza, dove bambini come i nostri muoiono di fame, in maniere orrende e senza colpa, mentre tanti leader occidentali sembrano giocare una placida partita a scacchi diplomatica. Forse perché non sono coinvolte le loro famiglie e mentre i loro bambini possono viaggiare comodamente su voli di Stato protetti da scorte imponenti.
Vi invito a leggere l’articolo che segue, anche questo è un pezzo di pedagogia, di pendagogia civile,
https://www.messinatoday.it/blog/riguardare-con-cura/striscia-di-gaza-fascismo.html
Sì, pare proprio che stiano tutti a giocare a Risiko, impuntandosi per orgoglio a conquistare la Kamčatka dopo aver litigato per il colore dei carrarmatini. Oggi, domani, settembre, l’anno prossimo: non fa differenza per chi non vive nella realtà.
In questi giorni in un gruppo di vecchi compagni di scuola e di impegno giovanile ci dicevamo che davvero ci sembra di non avere voce ma che dobbiamo in qualche modo farci sentire perché nessuno si permetta mai di dire che eravamo d’accordo.
Siamo in tanti, in Italia e fuori (anche in Israele) ma non contiamo. Ed ecco a voi, il fascismo è servito.
Grazie Domenico, perché non molli e non perdi lo sguardo tagliente che ti contraddistingue.
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Siamo tanti, cara Giulia, è vero, ma spesso ognuno va per conto proprio, su questo prosperano i nemici dell’umanità. L’individualismo è un sentimento regressivo, alimentato dalla pigrizia e dalla speranza che tanto le cose si sistemeranno da sole, ma non è un atteggiamento solo di quelle culture che costruiscono la loro fortuna sulla frammentazione, riguada tutti.
Cerchiamo di avvicinarci, di impegnarci direttamente, comunque la pensiamo, è necessario soprattutto perché è edcuativo, lo dobbiamo proprio ai nostri figli, oltre che ai figli di coloro che questo problema non se lo pongono nemmeno. Un caro saluto e grazie
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Caro Domenico sono d’accordo con quanto scritto da Lei, le immagini di quei bambini uccisi e morti per fame non si possono vedere e soprattutto il mondo non può stare a guardare questa disumanità quello di Israele è un altro Hitler e il mondo sta a guardare..
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Tu sei un papà, caro Giuseppe, può capire esattamente quale strazio è la vita di quei bambini e dei loro genitori. Un tempo l’Europa era un faro di civiltà, anche quando fu teatro di eventi tragici, come quelli provocati dai nazisti e dai fascisti, perché una parte di essa si ribellò. Oggi non sembra averne voglia. Un caro saluto
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34 ex ambasciatori italiani hanno firmato una lettera aperta alla Premier Giorgia Meloni, chiedendo il riconoscimento immediato dello Stato di Palestina. Sostengono che questa decisione sarebbe di altissimo significato politico e darebbe credibilità alla prospettiva di “due popoli, due Stati” per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese. Gli ex ambasciatori affermano che non sono più possibili ambiguità in questo momento storico e chiedono al governo di ripensare la propria posizione.
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Caro Gianni, apprezzo molto questo gesto, e la ringrazio per averlo segnalato. Gli ambasciatori sono quelli che conoscono meglio la situazione sul terreno. Sebbene siano dei “diplomatici” di mestiere, sono i meno… diplomatici, spesso parlano con grande franchezza, i politici, che in genere possiedono un centesimo della loro competenza, dovrebbero ascoltarli. Dovrebbero. Qui in Lombardia c’è un detto che si applica perfettamente a molte delle persone che, grazie al rapidissomo ascensore sociale della politica, passano da niente a tutto con la rapidità del fulmine. In sostanza dice che quando quando una certa sostanza poco nobile sale su uno scranno, emana cattivo odore oppure fa danno. C’è un solo modo per salvare noi e i nostri figli: esortare tutte le persone che possiedono competenze vere e una forte onestà a impegnarsi nelle istituzioni, in caso contrario non faremo molta strada. Rilegga il finale dell’articolo, si parla proprio di questa pochezza scambiata per altro. Un caro saluto
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“Pigrizia dello sguardo e della mente” Quanto è vero ciò che dici, Domenico.
È un tempo di grande povertà morale, etica, un tempo di vorticosa e progressiva cecità di cuore e di mente, che ha fatto dell’individualismo e del potere l’aspirazione primaria di quanti li esercitano agitando false bandiere …
Hai perfettamente ragione su tutto, si avvertono, nelle tue parole, rabbia e delusione, vi si legge l’invito ad appassionarci ed esserci, a contribuire, a tener vivo il sentimento della compassione per recuperare il valore dell’umano sentire.
Grazie Domenico
Teresa
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Il punto, cara Teresa, è che la parte sbagliata del mondo è unita, perché per i leader negativi è facile avvicinare le persone, basta evocare, additare, un nemico. Un espediente infantile ma efficace, perché rimestare nelle paure paga. In fondo questi demoni, piccoli e grandi, sanno creare seguito perché o loro argomenti sono affascinanti. Se tu racconti che i migranti vengono a derubarti, otterrai molti consensi, un uragano.
Più difficile, invede, è convincere le persone che la strada più lunga è spesso quella giusta, ma qui arriva un altro nemico letale, la velocità, la tentazione del tutto e subito, il gusto di saltare tutti quei passaggi che rendono le nostre azioni utili alla causa comune. Tu sai meglio di me che l’unico antidoto è la pedagogia, quella domestica e quella civile, ma oramai la pedagogia si fa nei teatri, a pagamento, magari agghindati come Mangiafuoco. Dobbiamo ricominciare daccapo, faticoso ma necessario. Un caro saluto
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Caro Domenico,
grazie delle sue considerazioni su una realtà che abbiamo tutti davanti agli occhi ormai da troppo tempo, mentre chi dovrebbe raggiungere un accordo sta lì ad aspettare la mossa dell’altro. Un’attesa che di fatto complica le cose e ingigantisce mostruosamente l’entità del dramma. La pigrizia dello sguardo e della mente è una comodità per chi approccia gli altri con la lente dell’individualismo. La pedagogia in questo ha una grande responsabilità: accendere sguardo e mente, porre e far porre domande, testimoniare compassione e ascolto. Se noi adulti rinunciamo a questo compito sarà la fine. Ieri sera mi trovavo ad una conferenza per ricordare Rocco Chinnici e gli uomini delle scorte uccisi negli attentati di Mafia. I giovani pochissimi. Gli adulti idem, tolti gli organizzatori e i loro parenti stretti, le autorità militari presenti, la mia famiglia e qualche altro cittadino. Mi sono fatta due domande. Ora, mentre è lodevole l’organizzazione di questo tipo di iniziative, dall’altra parte, forse, va fatto altro, così non può funzionare. Ieri sera gli adulti assenti stavano testimoniando indifferenza e passività. Inoltre, la Legalità non è di destra né di sinistra, non ha colore politico, tuttavia la platea presente diceva tutto, eppure sono temi trasversali, universali direi. Non credo di essermi allontanata dal tema da lei proposto… Di fronte ad argomenti come la terribile guerra a Gaza, i genocidi, la fame o l’impegno civile e la legalità, l’indifferenza e il rischio di trovarsi come anestetizzati sono dietro l’angolo se non si lavora pedagogicamente e se non lo si fa in maniera precoce, concreta e corale. Quest’ultimo aspetto credo sia un problema di cui tener conto, perché bisognerà capire prima o poi che gli adulti deputati a tale ruolo devono trovare linee comuni, tessere trama e ordito insieme, altrimenti qualcosa potrà sfaldarsi.
Con stima
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Grazie Antonella, come sempre lei è talmente esaustiva che diventa difficile aggiungere qualcosa, concordo sulla necessità “di fare altro” che lei, giustamente, richiama ma, purtroppo, la pigrizia, dopo avere toccato gli occhi e la mente, veleggia verso altri lidi e li occupa, usando mille pretesti e mille giustificazioni. Continuiamo a fare la nostra piccola parte, almeno per tenere viva la certezza che i problemi non si risolveranno da soli. Un caro saluto
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Ieri sera, io e mio marito, abbiamo partecipato ad una conferenza a San Paolo in provincia di Brescia, con la testimonianza del Dott. Raed Almajdalawi, Presidente dell’associazione PALMED ITALIA, e della Dott.ssa Suela Plaka, sanitaria per Gaza Italia associazione BDS.
Durante la loro testimonianza, sul monitor scorrevano immagini sconvolgenti, purtroppo nulla di nuovo, le stesse immagini che ci vengono proposte ogni giorno, più volte la giorno.
Il Dott. Raed ha ragione quando afferma che questa non è una guerra, è un genocidio.
Dal 7 ottobre 2023 ad oggi solo i medici uccisi, rapiti e torturati fino alla morte dalle milizie israeliane, sono stati più di 1500, addirittura è stato creato un nuovo vocabolo per spiegare questa carneficina: MEDICIDIO.
Poi ci sono più di 22.000 bambini uccisi dalle bombe, dai droni, e uccisi dalla fame e dalla sete, ogni secondo, ogni minuto e ogni giorno questo numero aumenta vertiginosamente.
i pozzi d’acqua vengono sistematicamente bombardati e chi si avvicina viene ucciso sul posto, donne, bambini, civili o soldati, poco importa.
Ci sono bombe costruite dall’uomo non solo per uccidere, ma per decapitare, amputare arti al bersaglio prescelto, bombe con all’interno lame taglienti che, dopo l’esplosione, finiscono il loro macabro compito.
Bombe create e volute dall’uomo, multinazionali che si arricchiscono con il sangue umano di innocenti che devono subire ciò che i potenti della Terra, dopo aver messo al sicuro i propri figli, decidono della vita dei figli degli altri.
Noi, cosa possiamo fare?
Poco, pochissimo, ma anche il nostro poco è prezioso e il nostro aiuto ci viene richiesto.
Leggiamo, informiamoci, oggi tutto è possibile e facilmente raggiungibile grazie alle piattaforme digitali, ai social media che ci permettono di interagire e di connetterci con tutto il mondo.
Con i mezzi di comunicazione a nostra disposizione, nessuno potrà più giustificare la propria indifferenza con : ” io non sapevo”.
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Cara Simona, le confesso di essere rimasto molto toccato da ciò che lei scrive, a riprova del fatto che le “notizie”, intese come elenco di eventi che si vericano intorno a noi, non ci scalfiscono neppure. Bisogna “stare”, avvicinarsi alla realtà, in modo sempre più diretto, perché il resto passa, core veloce. Stamattina cercavo di parlare con mia moglie della svolta “malavitosa” che ha preso la politica mondiale, finita in pessime mani, consegnata a persone problematiche (nel migliore dei casi) e disumane. Lo scorso novembre ne avevo parlato, con toni gravi, in un articolo, ma le mie parole non servono a niente, dobbiamo avvicìnarci, prendere coscienza tutti insieme che il Pianeta potrebbe esplodere presto, cancellando tutto ciò che contiene, a cominciare dai nostri figli e dai nostri nipoti.
La ringrazio molto del suo contributo
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