Gli ultimi post non erano post, bensì due locandine, come due sono le ragioni di quella scelta.
La prima è pratica. Diversi di voi mi chiedono di postare i miei appuntamenti, prima di inserirli nell’apposita sezione, così da renderli subito visibili.
Mi comporterò così anche in futuro, penso abbia un senso.
La seconda riguarda i temi trattati negli incontri, Patria e Natura, che ci toccano molto da vicino, soprattutto per la rilevanza pedagogica e civile che essi rivestono.
Su Patria e Natura esistono quantità infinite di interpretazioni, quante sono le soggettività presenti sul Pianeta, di sicuro il modo in cui intendiamo l’una e l’altra parla di noi, svela la nostra visione dell’esistenza, ci colloca nello spazio in modo preciso e registra la nostra distanza dagli esseri umani e dalle altre creature viventi, animali o piante che siano.
Tali atteggiamenti vengono acquisiti in larga parte all’interno della famiglia, durante l’infanzia, quando la nostra personalità è una tenerissima creta modellabile. È tra quelle mura che si stabilisce se l’idea di Patria che si strutturerà dentro noi somiglierà a un fortino esclusivo, da difendere con ogni mezzo, talvolta anche la violenza, oppure un luogo ospitale, una possibile fabbrica fratellanza.
Sarà ancora nello stesso luogo che si deciderà come ci porremo verso la Natura, se la considereremo parte decisiva del Pianeta oppure un semplice mondo accessorio, privo dignità e di diritti.
Assumere una posizione o l’altra non è indifferente e soprattutto non accade per caso, gli stimoli ricevuti nell’ambiente familiare, avranno influenza duratura sulle creature che vivono accanto a noi, quale che sia la loro collocazione nella mappa della Vita.
Se la Patria diventerà una casa dalle porte aperte e se Natura ci sembrerà un’estranea con cui non abbiamo nulla da spartire, piuttosto che la madre che ci aveva partorito, significa che dentro di noi c’è una frattura profonda che tenderà a sfasare il nostro equilibrio interiore.
Lo stesso varrebbe a parti rovesciate, qualora la Patria ci apparisse un cancello chiuso e la natura il luogo della solidarietà. Senza continuità tra questi due universi, il nostro sentimento sociale non maturerà mai abbasta da farci annidare in modo profondo nella realtà. Adolf Hitler ebbe relazioni potenti e tenere coi suoi cani, ma odiava gli esseri umani con la stessa intensità, fino a ucciderne decine di milioni.
L’ambiente educativo contribuisce a determinare la forma del nostro mondo interiore, di conseguenza il modo di stare in quello tridimensionale e, oggi, anche nella dimensione virtuale. Uno dei più grandi rivoluzionari della storia, il Mahatma Gandhi, la cui esistenza è trascorsa all’insegna della non violenza, raccontava che un giorno tentò di schiacciare uno scorpione con la sua ciabatta, la madre lo fermò e, dolcemente, aggiunse: “Se tu non gli farai niente, lui non ti farà niente”. C’è tutto in questo ricordo remoto, il rapporto col prossimo e con l’intera Natura, che non sono scindibili, come pretende chi ritiene legittimo aiutare un bambino affamato e uno spreco sostenere un’associazione animalista.
Una pedagogia che separa tali mondi, la Patria e la Natura, produce risultati contraddittori e incompleti, perché trasmette l’idea che la solidarietà e la compassione possiedano interruttori separati, il cui funzionamento si impara seguendo percorsi completamente diversi.
Maltrattare una pianta e amare un bambino, è un atteggiamento che nasconde una formazione incompleta, che finirà renderci irresponsabili di ciò che accade intorno a noi, anche per questo il Pianeta sta agonizzando, in tutti i suoi domini.
Grazie Domenico; c’è molto spesso uno sguardo strabico e si perde quell’unità di visione cui lei ci richiama.
Non so se è per l’età che avanza, se perché vedo mio figlio quasi maggiorenne e so che non stiamo lasciando un bel mondo alla sua generazione, ma negli ultimi anni tra le realtà che nel mio piccolo sovvenziono ne ho aggiunte un paio che lavorano per l’ambiente, piantando alberi e salvaguardando le api.
Mi sembra di poter guardare un po’ oltre il mio limite terreno, così. Magari è un’illusione ma è una bella illusione.
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La Natura si riprenderà il suo primato, credo sia solo questione di tempo, darle una mano dopo averla depredata è il minimo che possiamo fare, un risarcimento che mai potrà compensare i nostri mostruosi prelievi, di vegetali e animali, eppure è segno di una consapevolezza che perlomeno ci consegna l’illusione di averci capito qualcosa. Grazie
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