Si fa presto a dire merito

Il differenziale, nel salto in alto, è il dislivello tra la propria statura e l’altezza a cui è posta l’asticella.

Se salto due metri e venti e sono alto un metro e ottanta, il mio differenziale sarà di 40 centimetri. Se sono alto un metro e sessanta e salto la stessa misura, il mio differenziale sarà di 60 centimetri. 

Quando si parla di merito, il punto di partenza è questo, ma un punto di partenza è solo un punto di partenza, poi c’è molto altro. 

Ad esempio, una bambina, un bambino, una ragazza, un ragazzo. La persona intera. 

Ad esempio, la loro collocazione nel tempo e nello spazio, già, perché questi parametri, il tempo e lo spazio, non sono neutri, possono, infatti, essere infiltrati di ingredienti capaci di rivelarsi decisivi, coincidenze, luoghi, opportunità, incontri. Persino il caso. Talvolta, basta un maestro elementare per assommarli tutti, facendo la differenza per i fortunati a cui insegna, talaltra una cattiva insegnante di matematica ti fa mettere da parte il sogno di Fisica, dirottandoti verso la Storia.     

Per questo non credo di avere mai compreso cosa significhi merito e capisco ancora meno coloro che ne fanno una religione. Da bambino scrivevo benissimo, ma se non avessi incontrato in prima media la professoressa Saveria Baviera, forse non sarei mai diventato uno scrittore. Se, ancora prima, mio padre non avesse importato dal campo di prigionia la buona abitudine di consultare il quotidiano, io non avrei imparato a leggere prima di tanti altri, prendendomi dei vantaggi, non sempre meritati, su bambini che non potevano neppure procurarsi una semplice etichetta. Vantaggi che, attenzione, non si sono fermati all’infanzia. Stiamo attenti, quando parliamo di merito, perché potremmo punire per la seconda volta chi ebbe già uno svantaggio. 

Moltissimi campioni di velocità, furono messi da piccolissimi su una minimoto, da papà che volevano il fenomeno. Non potremo mai sapere se avessimo iniziato tutti nello stesso momento, chi sarebbe stato colui che emergeva. 

In quello che chiamiamo merito intervengono una miriade di variabili, certo, la motivazione e l’impegno sono tra i più importanti, ma non bastano, bisogna partire tutti dalla stessa linea, con la pancia piena allo stesso modo, con indumenti di simile valore, con motivazioni ugualmente sollecitate perché la gara sia valida.  

Ma forse neppure questo è sufficiente, occorrono dotazioni intellettuali di partenza vicine, ambienti stimolanti non troppo difformi, genitori attenti e capaci di sostegno per tutti. 

Dopodiché, la differenza sarà chiamata a farla il sé creativo di ciascuno. Del resto, quando mi recai dal mio amico Fulvio, pasticcere di fama mondiale, già anziano, pluripremiato, volle prepararmi un budino di cioccolata. Non mi staccai un attimo da lui, usò gli stessi ingredienti che usavo io, le medesime grammature. Li lavorò in maniera diversa, ma non mi parvero passaggi rilevanti, eppure ciò che mangiai non somigliava affatto al mio budino, che rimase diversi gradini sotto.

Se la scuola e la politica vogliono parlare di merito, devono prima chiarirsi cosa intendono, può darsi che dietro a quell’aggettivo stiano giocando a nascondino un’infinità di cose segrete, forse troppo sofisticate perché siano messe in mano a uno qualsiasi. 

6 pensieri riguardo “Si fa presto a dire merito

  1. Buongiorno, dottore, la penso come lei.
    Parlare di merito è un’ipocrisia, una truffa, se prima non avremo abbattuto le diseguaglianze e gli squilibri enormi che tuttora ci sono. A livello sociale, economico, culturale, nell’accesso alla conoscenza e alle opportunita’ di crescita.
    Che merito ho nell’arrivare primo nei 100 metri, se parto 10 metri più avanti degli altri? Allineare le condizioni di partenza, creare davvero quelle “pari opportunita” che spesso paiono una frase fatta e ritrita, è la vera sfida.

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    1. Grazie Gianni, probabilmente non è ancora passata l’idea che la vita delle persone non è solo una corsa forsennata a chi arriva primo. Ma forse per alcuni, o forse per tanti, immaginare un mondo in cui il senso viene prima della meta è un’impresa titanica.

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  2. Grazie dottore per l’intelligente analisi. Molte volte sembra che basti aggiungere qualche parolina per far funzionare le cose; ma, come ha evidenziato, basta sollevare un poco il tappeto apparentemente pulito per capire che sto c’è molta polvere.
    Grazie.

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    1. Si, Umberto, le parole come scatole magiche, tuttavia, come ricorda un grande uomo di scienza dell’Ottocento: “Le teorie sono una bella cosa, ma non impediscono alla realtà di esistere”. Grazie

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