Giovedì 10 novembre e venerdì 11 novembre,
alle ore 18,30
presso l’aula magna del centro parrocchiale di
Taormina
Due incontri sul tema
QUELLO CHE NON VEDO DI MIO FIGLIO
il blog di Domenico Barrilà
Giovedì 10 novembre e venerdì 11 novembre,
alle ore 18,30
presso l’aula magna del centro parrocchiale di
Taormina
Due incontri sul tema
QUELLO CHE NON VEDO DI MIO FIGLIO
come devo fare per rendermi conto veramente…grazie
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Mi piacerebbe poterle dare un risposta, la sento esaperata, ma non conosco niente né di lei e neppure della figlia o figlio cui si riferisce. La psicologia non può dare risposte se non specifiche, riferite a quella particolare situazione. Si faccia consigliare, nel frattempo legga qualcosa che possa aiutarla ad allargare lo sguardo ma, soprattutto, non perda la fiducia in se stessa. Noi genitori c’eravamo da prima che arrivasse la psicologia, non possiamo essere diventati incapaci di colpo. Le faccio i migliori auguri
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quando ho letto il titolo dell’articolo “Quello che non vedo di mio figlio”…sono stata folgorata come S.Paolo sulla via per Damasco…cosa veramente noi genitori non vediamo dei ns.figli…e non perchè abbiamo dei “difetti di vista”,ma perchè loro veramente ci “escludono”da alcuni aspetti importanti della loro vita…mi riferisco ad es.alla loro “vita sentimentale”,che come adolescenti è tutta da “scoprire”…l istinto forte di proteggerli, capisci che ti devi “porre un limite” perchè in fondo “non lo vedi”da cosa lo devi “salvaguardare”
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È giusto vi siano spazi a noi inaccessibili. Il controllo deve essere dosato con rispetto, cosa non facile quando il controllato è nostro figlio, ma temo non vi siamo altre strade se non quella di rassegnarsi all’idea che le porte chiuse possiedono una loro ragione. Credo neppure a noi adulti piacerebbe dibattere della nostra intimità, che si chiama così, intimità, proprio perché ci appartiene in esclusiva. Gli indizi sull’andamento delle cose li dobbiamo cercare con discrezione nella qualità della loro vita sociale, che è un rivelatore attendibile di cosa bolle in pentola.
Purtroppo, “Quello che non vedo di mio figlio” non riguarda un articolo, ma gli incontri svolti in questi due giorni a Taormina, e riproduce il titolo di un libro, il cui sottotitolo è ancora più significativo: “Un nuovo sguardo per intervenire senza tirare a indovinare”. Buona serata
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