La politica può ammalarsi e ammalarci. Lo abbiamo toccato con mano per l’ennesima volta in queste ore, rimanendo tramortiti dalla violenza presente nelle nostre istituzioni.
Uno spettacolo che rimarrà poco nella memoria, facendo il gioco di chi fida nell’oblio, il nostro, per continuare a imporci la sua presenza.
Vi consiglio di leggere attentamente questo articolo, appena pubblicato sul sito di Skytg24. Parla di noi.
https://tg24.sky.it/politica/2022/07/22/politica-crisi-governo-draghi
Condivido appieno articolo Domenico, purtroppo la gente beve tutto quello che la politica populista si inventa il pericolo è questo,e non se ne esce più da anni… sempre articoli interessanti grazie che ci fa luce..
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Ti ringrazio per le tue parole, tu e io abbiamo dei figli, come una miriade di nostri concittadini, e sappiamo che le nuove generazioni meritano di essere accompagnate de personale politico degno di loro, forse pero, tutti quanti ci dovremmo impegnare a spiegare ai nostri ragazzi che fare politica è un dovere civile ma anche un privilegio, e che toccherebbe anche a loro. Un caro saluto
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Ottimo articolo Domenico e grazie di farci sempre luce, abbiamo una politica scarsa,e idei cittadini disattenti si fanno influenzare dalla politica populista…
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Come non condividere questo articolo. Se penso che per motivi di salute sono rimasto in casa tutto il giorno e mi son subito (quasi come un punizione corporale) tutto il teatrino trasmesso nelle varie TV non mi viene che “fottermene” di questa politica falsa e corrotta e mi vien da ricordare istintivamente l’Io se fossi Dio del compianto Gaber: “Io se fossi Dio rimpiangerei il furore antico, dove si odiava e poi si amava, e si ammazzava il nemico”.
Se negli anni 70 la generazione appena sopra la mia ha fatto nascere le BR per molto meno mi immagino cosa succederebbe oggi…….
Scusate lo sfogo.
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Caro Gigi, comprendo i sentimenti di esasperazione, sono gli stessi che mi sono giunti privatamente da tanti
lettori e tanti amici. Sentimenti che come cittadino mi attraversano e mi suscitano la stessa rabbia che manifesta lei, della quale non deve scusarsi, sono gli inadatti che si ostinano a fare politica che dovrebbero chiederci scusa, ma dobbiamo ammettere che il vuoto che lo colmano è anche la conseguenza della nostra diserzione, quindi domandiamoci cosa possiamo fare, perché dobbiamo fare qualcosa. La prospettiva che si riaffaccino culture a cui il Paese deve molte delle sue ferite passate, e presenti, è davvero intollerabile. La invito a trasformare la sua indignazione in presenza civile, come dobbiamo cercare di fare tutti, se vogliamo che la società somiglia a qualcosa che possiamo permetterci ci amare. La ringrazio
Ps. Quando accadono queste cose, che stravolgono la nostra sensibilità, non guardo i notiziari per giorni.
È l’estrema difesa che a volte ci rimane. Provi, funziona.
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grazie del suo Ps. Non mancherò di provare. Probabilmente guarderò i notiziari solo il 29 di febbraio. E grazie per la sua risposta.
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Grazie a lei, è un piacere confrontarsi con persone capaci di provare un malessere tanto profondo e sincero quando
l’interesse comune viene così volgarmente violato. Un caro saluto
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Buongiorno Domenico,
È sempre un piacere leggerla, perché di fronte alle infinite bassezze di cui è capace l’essere umano, di cui lo spettacolo che si è verificato in questi giorni è solo l’ultimo esempio, lei dimostra che una possibilità di ragionamento costruttivo e sensato è possibile.
Purtroppo la società politica in cui viviamo è sempre più deludente, come ad esempio il bieco stratagemma di programmare le elezioni giusto in tempo per permettere agli “onorevoli” di intascare la propria pensione, è l’insulto finale di questo schifo (non mi viene altro termine più cortese per definirlo).
Sono molto amareggiato, tanto da non provare nemmeno una sana rabbia di fronte a tutto ciò, perché è solo la conseguenza “normale” di quello a cui la nostra classe politica ci ha abituati in tutta la seconda repubblica (e non considero neanche la prima).
Io ho sempre votato da quando ne ho avuto il diritto, prima di tutto per il rispetto verso chi ha dato la vita per permettermi di farlo. Negli ultimi anni questa è stata la sola motivazione che mi ha spinto a recarmi alle urne, e sinceramente ammetto che stavolta sta vacillando anche questa motivazione.
Non ho una chiusa di speranza a questo mio sfogo, tranne forse la consapevolezza che una serenità verso la società politica italiana mi verrà solo dai sempre più esigui esempi di intelligenza e serietà delle singole persone.
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Caro Dario, parto dalla fine del tuo commento, per augurare, a te, a me e a tutti, di non perdere la speranza. Anzi, ciò che è accaduto il 20 luglio deve diventare l’occasione per tornare a occuparsi direttamente della politica, le troppe diserzioni di questi anni sono state una manna per la platea di persone che in questi vuoti si gettano per dare risposte ai loro bisogni, non certo a quelli dei cittadini. L’amarezza è comune, credimi, ma proprio per questo non dobbiamo delegare al altri l’impresa di ridare alla politica la sua funzione di “servizo”. Se è vero che siamo tanti a volere questo, lo otterremo, con lo studio e l’impegno. Ti ringrazio
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La vocina interna mi dice: ‘ lo sai che è così, di cosa ti stupisci? Lo sai che cane non mangia cane e che la scrofa se impazzisce mangia i propri cuccioli’, ma io non riesco a smettere di credere che il mondo possa migliorare. E’ una costante della mia vita desiderare un mondo migliore. Ci sta tutta l’amarezza di questi giorni. Trauma per la politica che prende decisioni per la guerra per l’emergenza sanitaria per il cambiamento climatico. La politica che non fa più il suo dovere, che non è lungimirante come un buon educatore quando dice no, una politica fatta di gente che colma il proprio desiderio di riscatto proprio come Putin. E’ un colpo al cuore, alla fiducia, ma dobbiamo prenderne atto e avere il coraggio di dire che stiamo, abbiamo sbagliato strada. l’unica via d’uscita è piegarsi per il dolore e il desiderio di fare qualcosa per migliorare o almeno tentare di cambiare strada. Farsi carico di poco ma poco è meglio di niente, come quella signora che in un fontanile fresco e meraviglioso della mia zona porta un paio di guanti e raccoglie i mozziconi per terra, perché, mi dice, altrimenti tutta questa bellezza la perderemo. Un esempio piccolo ma significativo. Dobbiamo votare innanzitutto per salvaguardare la fatica che hanno fatto i nostri nonni, genitori per conquistare la democrazia. Dobbiamo votare il meglio senza illuderci. Dobbiamo anche avere il coraggio di ammettere che il benessere ci ha resi pigri, delegando altri. Non possiamo continuare così, ognuno per il proprio pezzetto deve mettercela tutta.
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Grazie Dani, parole alle quali è bene prestare fede, chi è abituato a distruggere spera proprio che le persone di buona volontà perdano la speranza e abbandonino la lotta. Un caro saluto
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