Succederà ancora e poi ancora, perché a nessuno interessa davvero dei bambini, se non come oggetto di autocompiacimento.
Vi invito a riflettere insieme a me, nell’articolo che segue, cercheremo di capire cosa nasconde quella disumanità che ci appare gratuita, ma che non lo è affatto, sebbene ci sfugga il suo filo logico.
https://tg24.sky.it/cronaca/2022/07/27/diana-omicidio-infanticidio
Grazie Domenico, le sue parole ci aiutano a riflettere su questa tragedia. Mi hanno molto irritato le parole degli esperti subito pronti, come lei ci fa riflettere, a classificare nella patologia, piuttosto che indurre alla riflessione la società sempre più indifferente ed egocentrica. Non voglio giudicare nessuno, ma questa purtroppo è una tragedia dell’ indifferenza. Il nostro sistema sociale è colpevole, per l’organizzazione inefficiente dei servizi alla cura della salute, per la mancanza di percorsi relativi alla presa in carico e supporto alle maternità e all’educazione, per i servizi relativi all’assistenza sociale che attualmente sono costretti ad occuparsi solo dei casi limite ed ecclatanti per scarsità di risorse e impossibilitati a raggiungere i casi sommersi, Poi ci siamo noi…. che preferiamo non vedere, che abbiamo perso il senso dell’aiuto e della compassione, o forse abbiamo solo paura del ” diverso”, distratti e motivati solo a competere, schiavi delle apparenze, pronti a gareggiare sui social esibendo l’ultimo piatto scenografico consumato al ristorante, l’ultima vacanza da sogno, la recente prodezza sportiva…. In questa sciagura ho ripensato alla mia nonna. La ricordo giá anziana i e acciaccata. Viveva in una corte, dove non esisteva la privacy, perché per forza di cose tutti sapevano i fatti di tutti. Un giorno arrivò ad abitare nella casa di fronte una donna straniera, per di più ragazza madre con la sua piccolina di circa due mesi. Io, allora studentessa, viaggiavo in treno per recarmi a scuola a Milano, incontravo questa mamma con la neonata che strillava per tutto il viaggio (una buona mezzora: era estate e faceva caldo). La mamma se la portava con sé più volte alla settimana per necessità lavorative e con estrema difficoltà. Quando raccontai l’episodio a mia nonna , lei non ci pensò nemmeno un secondo, bussò alla porta della casa di fronte e si offrì come baby sitter a costo zero. E così fece, per tanto tempo.
Questo ricordo mi ha fatto pensare che abbiamo bisogno di ritrovare quella scintilla di umanità che abbiamo perduto, tornare nella realtà e smetterla con le finzioni.
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Cara Antonella, la sua testimonianza, così toccante, non richeide altre parole. Posso solo ringraziarla e aggiungere che se qualcuno pensa che arrivera una mano dal cielo a salvarci dall’imbarbarimento, di cui parla, rimarrà deluso. La ringrazio di cuore
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Buonasera Domenico
“La banalità del male”, sosteneva Hanna Arendt ispirandosi alla grigia figura di un burocrate dello sterminio di massa quale Adolf Eichmann.
Ora tale banalità si è diffusa in maniera spaventosa nella società dell’apparenza, dell’individualismo e dell’asetticità emotiva. Grazie a internet siamo potenzialmente tutti in contatto con chiunque, mentre pare sempre più che tendiamo paradossalmente ad allontanarci.
Inseguiamo sogni di plastica preconfezionati da altri, e non siamo più capaci di guardare dentro noi stessi per capire cosa realmente ci serve per essere felici, sentire l’altro e rimanere in contatto con la realtà.
Così capita che una “madre” provochi un tale abominio, cerchiamo in fretta di trovarne una ragione che ci permetta di non vedere quanto di ciò che è accaduto riguardi anche noi in quanto esseri umani, e una volta risolto il caso si torna a una serena banalità.
Grazie per l’ottimo articolo.
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Temo, caro Dario, che tra due mesi, la cultura di cui parliamo subirà una profonda accelerazione.
Individualismo e solidarismo si stanno fronteggiando sempre più duramente, il terreno di scontro è diffuso, coincide con l’intero Pianeta, ricorda la lotta che materia e antimateria ingaggiarono all’origine dell’universo. Allora ci andò bene, forse perché non dipendeva da noi. Oggi possiamo decidere noi l’esito. Una grande responsabilità, che tocca ciascuno dei cittadini e mette nelle loro mani delle belle quote di futuro. Grazie
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