Nella foto della strage di Fidene ci siamo anche noi

La strage di Fidene ci vede spettatori stupiti e distratti allo stesso tempo. Ciò che ci sfugge, però, è che in quello scatto, a pensarci bene, ci siamo tutti. 
Un particolare inquietante, dal quale dobbiamo imparare a difenderci.

https://tg24.sky.it/cronaca/2022/12/14/strage-fidene-morte-figlio-disagio

4 pensieri riguardo “Nella foto della strage di Fidene ci siamo anche noi

  1. Ho letto in sequenza gli ultimi due post. Il primo invita a leggere e crearsi un pensiero proprio, in realtà si parla dell’atto educativo, ma è facile declinarlo a se stessi, in fondo ogni giorno abbiamo la possibilità di educarci. Il secondo ricorda, nelle situazioni più drammatiche della vita e in particolare nella strage di Fidene, come il nostro mondo interiore reagisce alle situazioni. Dottore non me ne voglia, il nostro mondo interiore reagisce a tutte le situazioni direi, basta osservare l’accumulo dei soldi per capire l’animo di una persona.
    In questi giorni di festa tutto ‘pompa’ alla felicità e il disagio profondo viene a galla. Nella mia zona ci sono 6 supermercati in pochissimo spazio . Spazi dove luci e colori invitano a spendere. In famiglia ci siamo accorti che la raccolta della plastica, dopo l’apertura del nostro supermercato di fiducia è duplicata. La scelta per l’ambiente diventa necessaria nel nostro quotidiano. Ci vuole osservazione ed elaborazione del pensiero personale e condividerlo in famiglia.
    Condivisione non facile e spesso osteggiata. Non è più scontato niente. Il potente mezzo internet si è sostituito alla persona, addirittura come pulire le scarpe. Non avrei mai pensato di dover confrontarmi con mio figlio su un tale e banale argomento. Eppure mi sono accorta che ogni discorso, ogni considerazione diventa quasi una lotta, la vera difficoltà è quella di ascoltarsi senza dare per scontato niente.
    Qualche giorno fa i figli mi parlano di una serie tv molto violenta e quasi stupidamente uno di loro mi racconta che fuori dal bar che frequenta si canta faccetta nera. La rabbia e il pianto si sono mischiati.
    Ho finalmente detto loro che non sopporto niente di tutto quello che riguarda la violenza, che doso l’informazione televisiva, perché i racconti dei nonni erano intrisi di ricordi violenti della guerra e i loro metodi educativi rispecchiavano i metodi di una dittatura nata con loro.
    Sono rimasti attoniti, come se tutta la mia umanità fosse loro sconosciuta.
    In quel momento ho capito che la testimonianza feroce è necessaria per riportarci a noi stessi.

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    1. Cara Dani, non sa quanto le sono grato per queste parole, che non voglio commentare perché ne potrei diminuire la portata, spero solo che le persone che seguono questo blog le leggano e, come il sottoscritto, le accolgano in silenzio.
      Grazie

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  2. Proprio pochi giorni fa ho saputo di un conoscente cinquantenne che ha perso di recente un genitore. Non avendolo potuto accudire per questioni di distanza, si è sempre più arroccato in accuse ai sanitari che se ne sono occupati e sui social pubblica ossessivi dialoghi immaginari col defunto.
    Gli amici hanno cominciato ad evitarlo; la famiglia, già in burrasca da anni con problemi sia tra la coppia che nella crescita delle figlie, è alla deriva.
    Questa persona, anche se non prenderà un fucile, vive una situazione di disagio fortissimo ma ciò nonostante socialmente trasparente.
    Ecco, questa è la prima cosa che mi è venuta in mente leggendo la notizia del pluri omicidio. E poi il fatto che c’è chi vorrebbe liberalizzare ancor di più le armi ed anche la quantità di cocaina che gira, sopratutto qui al nord (e che spiega certe reazioni spropositate che vedo nel mio piccolo sul lavoro).
    Pensieri vari, uniti da un’angoscia che ormai è di casa.
    Grazie Domenico, come sempre lei riesce a puntare la torcia sull’essenziale, facendo intravvedere qualche possibile via d’uscita.

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    1. Penso a quante persone si sono lamentate della scuola in DAD, alludendo a possibili danno psicologici per bambini
      e ragazzi, ma mi chiedo se queste stesse persone si accorgono che viviamo tutti i giorni in DAD, perché ci sfugge molto di ciò che accade alle persone intorno a noi.
      Una tragedia terribile quella di Fidene, senza consolazione per le povere persone che vi hanno perso barbaramente i propri cari, ma quelle perdite non sarebbero vane se ciascuno di noi imparasse almeno una parte della lezione.
      Grazie mille.

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