4 pensieri riguardo “Mamma orsa e la vita non umana, in mani sbagliate”
“Certo, dirà qualcuno, si tratta solo di un’orsa con tre cuccioli…. eppure rappresentano assai più di quando dica il loro status, possiamo considerarli un test proiettivo, capace di cavare fuori da ciascuno di noi forti indizi della nostra intima essenza.”
Grazie, dottore, per questa riflessione così profonda e così sapiente.
Molti tenteranno di “derubricare” così come lei avvia questo passaggio, in fondo “si tratta solo” di animali, e allora la sofferenza dei bambini, degli innocenti, dei malati?
E di norma chi ci rammenta queste categorie come “prioritarie”, se ne frega di tutte quante. Perché in realtà c’è un filo che lega l’amore per tutti i viventi, e chi vuole confinarlo o delimitarlo o definirne graduatorie, di norma ne prova poco, assai poco, per tutti.
Non credo, caro Gianni, si potrà parlare di speranza di cambiamento se prima non si risolve questa contraddizione,
il rapporto barbaro che intratteniamo con gli animali, messi completamente in balia di quella che Paul Seabright definisce una “specie assassina”, ma occorrerà partire dalle fondamenta, ossia dall’educazione, e ancora prima trovare le giuste motivazioni da offrire a chi vorremmo indurre al cambiamento. Non sarà semplice, ma se non si inizia da qualche parte non potremo nemmeno consolarci con la certezza di averci provato. Un caro saluto
Buongiorno Domenico, come sta?
Non le scrivo da molto ma è sempre un piacere seguirla e confrontarmi con lei.
Riesumo questo suo articolo per condividerle il seguente link:
nel quale si racconta di un triste episodio che ha come protagonisti degli orsi. Osservandone il comportamento alcune persone potrebbero imparare qualcosa.
Mentre ogni giorno leggo di come si tenti di “risolvere” una questione che riguarda la vita come una rissa da bar, manifestazioni coi forconi e insulti.
D’altronde se anche la vita umana, in certi casi, viene considerata come un fastidio e trattata di conseguenza, non mi stupisce che quella di altre specie non venga trattata meglio.
“La civiltà di un popolo di misura nel modo in cui tratta gli animali.” Ghandi
La civiltà di un popolo, caro Dario, si misura dal rispetto che riserva agli animali, come tu ricordi, ma alla radice c’è un tema che ne contamina tanti altri, ossia la capacità di identificarsi con tutte le creature che si muovono intorno a noi, portatrici, come gli esseri umani, di bisogni scritti nei loro percorsi istintivi, ai quali rimangono fedeli perché è quello che sentono di dovere fare. Quelle immagini di dovozione e senso di responsabilità che riproponi non richiedono commenti, ma sono di essere gaurdate e conservate. Grazie
“Certo, dirà qualcuno, si tratta solo di un’orsa con tre cuccioli…. eppure rappresentano assai più di quando dica il loro status, possiamo considerarli un test proiettivo, capace di cavare fuori da ciascuno di noi forti indizi della nostra intima essenza.”
Grazie, dottore, per questa riflessione così profonda e così sapiente.
Molti tenteranno di “derubricare” così come lei avvia questo passaggio, in fondo “si tratta solo” di animali, e allora la sofferenza dei bambini, degli innocenti, dei malati?
E di norma chi ci rammenta queste categorie come “prioritarie”, se ne frega di tutte quante. Perché in realtà c’è un filo che lega l’amore per tutti i viventi, e chi vuole confinarlo o delimitarlo o definirne graduatorie, di norma ne prova poco, assai poco, per tutti.
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Non credo, caro Gianni, si potrà parlare di speranza di cambiamento se prima non si risolve questa contraddizione,
il rapporto barbaro che intratteniamo con gli animali, messi completamente in balia di quella che Paul Seabright definisce una “specie assassina”, ma occorrerà partire dalle fondamenta, ossia dall’educazione, e ancora prima trovare le giuste motivazioni da offrire a chi vorremmo indurre al cambiamento. Non sarà semplice, ma se non si inizia da qualche parte non potremo nemmeno consolarci con la certezza di averci provato. Un caro saluto
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Buongiorno Domenico, come sta?
Non le scrivo da molto ma è sempre un piacere seguirla e confrontarmi con lei.
Riesumo questo suo articolo per condividerle il seguente link:
https://www.365animali.com/mamma-orsa-tenta-disperatamente-di-allontanare-il-cucciolo-ferito-dalla-strada/
nel quale si racconta di un triste episodio che ha come protagonisti degli orsi. Osservandone il comportamento alcune persone potrebbero imparare qualcosa.
Mentre ogni giorno leggo di come si tenti di “risolvere” una questione che riguarda la vita come una rissa da bar, manifestazioni coi forconi e insulti.
D’altronde se anche la vita umana, in certi casi, viene considerata come un fastidio e trattata di conseguenza, non mi stupisce che quella di altre specie non venga trattata meglio.
“La civiltà di un popolo di misura nel modo in cui tratta gli animali.” Ghandi
Buona giornata
Dario
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La civiltà di un popolo, caro Dario, si misura dal rispetto che riserva agli animali, come tu ricordi, ma alla radice c’è un tema che ne contamina tanti altri, ossia la capacità di identificarsi con tutte le creature che si muovono intorno a noi, portatrici, come gli esseri umani, di bisogni scritti nei loro percorsi istintivi, ai quali rimangono fedeli perché è quello che sentono di dovere fare. Quelle immagini di dovozione e senso di responsabilità che riproponi non richiedono commenti, ma sono di essere gaurdate e conservate. Grazie
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