25 Aprile. Il giorno del sentimento sociale. Un’occasione per guarire

Quando era piccola veniva abusata dal fratello, che aveva cinque anni più di lei. Accadde diverse volte, lasciando strascichi di dolore per tutta la vita.

La bambina, divenuta una donna solida e consapevole, racconta un aspetto a prima vista incomprensibile, ma in realtà esplicativo degli effetti che quelle azioni ebbero nella vita del fratello abusante, oltre che nella sua. “Negli anni che seguirono, quando quella pratica terminò, non ne parlammo mai più. Durante la nostra giovinezza, però, lui ebbe delle incomprensibili crisi di pianto, miste a scatti d’ira nei miei confronti, durante i quali e mi percuoteva e poi mi abbracciava disperatamente. Non chiese mai scusa per ciò che era accaduto quando eravamo piccoli, ma io capivo esattamente cosa nascondesse quello strano comportamento successivo”.

Dedico questo frammento a chi fatica a scusarsi, a chi rifiuta di dire le parole giuste di fronte a una tragedia immane nella quale stava, attraverso i suoi padri, nel lato inutile, e ora, nell’impossibilità di cambiare il passato, cerca di confonderlo, pensando così di giustificare e di salvare proprio quei padri, anche quelli biologici, dei quali segue ottusamente le tracce. Per non tradirli, ma senza capire che in realtà li sta privando dell’ultima occasione di riscatto.  

Dev’essere angosciante sapere che non si può rovesciare la freccia del tempo e rimediare a certi errori, vale per chiunque, ma potrebbe essere utile, almeno nella propria coscienza, versare qualche lacrima e chiedere scusa invece di ostinarsi, come il fratello di prima, a colpire la sorellina. Così si rischia di andarsene, siamo tutti in scadenza, con un marchio di infamia ancora peggiore, giacché i padri, pure pienamente responsabili, furono risucchiati nei tragici gorghi di quell’epoca, mentre i figli, in tempi di pace, potevano ripristinare l’onore della famiglia, senza necessariamente rinnegare i genitori, anzi esaltandone, attraverso il proprio pentimento, la parte buona delle radici.

Come abbiamo già scritto, questo spazio, proprio perché dedicato a educatori, coltiva un modello di psicologia che considera il sentimento sociale, ossia il genuino interesse per i propri simili, l’unico vero misuratore della normalità e altrettanto unica possibilità di costruire società funzionanti e rispettose della dignità della persona, a partire dalla sua infanzia. 

Il fascismo, che mai rispettò la persona, le sue libertà e impose un modello educativo autoritario, scelse la volontà di potenza, il mortale antagonista del sentimento sociale. 

Chi ancora oggi ne difende le ragioni, mascherandosi dietro ambiguità verbali e comportamentali, deve considerarsi, a prescindere dalle cariche ricoperte, una persona inadatta ad abitare la comunità umana.

4 pensieri riguardo “25 Aprile. Il giorno del sentimento sociale. Un’occasione per guarire

  1. Grazie, Domenico, della sua riflessione.
    Negli anni mi sono convinta che solo riconoscere i propri debiti ci permette di non esserne schiavi ed essere liberi.
    Buon 25 aprile.

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  2. Ho trascorso la recente Pasquetta a Sant’Anna di Stazzema. Pasquetta insolita, dal senso autentico di rinascita e speranza. Grande silenzio a Stazzema. Silenzio che scava dentro e innesta pensieri a catena. Sul piazzale della chiesetta dove il 12 agosto del 44 si compì un atroce crimine nazifascista contro gente inerme, donne, bambini, vecchi, l’albero addobbato con uova colorate e manufatti ad uncinetto non stonava affatto. La vita dalla morte, la giustizia dall’atrocità assoluta. A Sant’Anna è stato istituito il Parco nazionale della Pace. Le testimonianze dei sopravvissuti sono improntate alla dignità, alla vita, alla pace, alla giustizia. Ogni angolo in questo posto semplice e silenzioso, sperduto tra i monti che guardano al mare, scatena riflessioni: il museo, la stele con le parole di Calamandrei sulla Resistenza, la via Crucis fino all’Ossario, i platani… Questo posto testimonia valori ad ogni angolo, valori innati che nessuno ha diritto di negare. La memoria che tutti dovremmo coltivare serve a ricordare questi valori e a farne un modello educativo per le nuove generazioni. Un signore del posto ci dice che spesso arrivano anche visitatori tedeschi. Affrontano la realtà, per vedere, capire…Il Ministro degli interni tedesco Otto Schily, nel 2004, in lacrime ebbe a dire: “per noi tedeschi quella data è un giorno di vergogna, operata da criminali satanici che fecero sprofondare la Germania nella peggior pagina della storia”. Le parole sono importanti. Per gli abitanti di Stazzema queste furono parole importanti. Sant’Anna è un laboratorio di civiltà, quella che chiede alle nostre coscienze.
    Grazie Domenico, un caro saluto!
    Antonella

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    1. Credo di capire le sue belle parole. Una decina di anni fa avevo visitato il luogo con la mia famiglia, è stato uno dei
      giorni più significativi della nostra vita. Grazie di cuore

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